Cosa
può lasciare, in dono, un maestro che si appresti a prendere congedo
dalla propria funzione? Poco, probabilmente, e non solo perché non
abbia guadagnato granché. O, forse, anche, moltissimo: il
conseguimento della capacità di provare ed esprimere apertamente
sentimenti che muovono sia il riso sia il pianto; emozioni; parole. Ma
sarà necessario avere agito - magari anche sgradevolmente - senza
rinunciare alla propria composita essenza: severità, stranezze,
alterità, malinconie, la convinzione che l'infanzia sia l'aurora del
mondo umano. Potrà lasciare parole: magari poche, ma riassuntive
davvero del senso della propria presenza nel vasto mondo.
(Giuseppe Pontremoli)
(Le Case Editrici che non gradissero
la presenza dei brani di cui detengono il copyright in questa raccolta
senza fini di lucro, possono chiedere in qualsiasi momento la loro
eliminazione, che sarà immediata)
Per accedere ai brani cliccare sulle immagini
Dedicato
al Lev Nikolaič Myškin di
Dostoevskij, a Don Milani e a Giuseppe Pontremoli.
L'introduzione alla prima raccolta di testi
Con Giuseppe Pontremoli: il progetto interrotto
In ordine alfabetico per autore
Prima settimana
La pecora nera
Israel Joshua Singer
Adelphi Ed.
Israel Joshua Singer, fratello maggiore del Premio Nobel Isaac Bashevis Singer,
raccontò anch'egli un universo, quello degli shtetlekh ebraici dell'Europa
Orientale, destinato a scomparire del tutto e per sempre a causa dello
sterminio nazista. Israel Joshua percepì nitidamente ciò che stava per accadere
al suo popolo, ma morì in America, nel 1944, prima che la tragedia fosse resa
nota. Ogni sua pagina, anche queste dedicate a un maestro "danzante"
fuori dall'ordinario, resta un monumento alla Memoria di ciò che era e non
tornerà mai più.
Mentre
la guerra e la violenza mettono a repentaglio le vite degli studenti,
un insegnante già in pensione da un pezzo non riesce a staccarsi dalla
sua vecchia scuola e dall'unico ruolo su cui ha fondato la sua intera
esistenza: quello del Maestro il cui compito è prendersi cura degli
altri. Una figura destinata a inciampare inesorabilmente sulle asperità
del grottesco e del ridicolo, perché nessuno è indispensabile e perchè
i tempi e i destini dei maestri non sono mai sovrapponibili a quelli
degli alunni.
Seconda settimana
Un ritratto
Federigo Tozzi
Federigo
Tozzi (1888 - 1920), ebbe un'infanzia e un'adolescenza ingombre di un
padre tiranno - l'oste senese Ghigo del Sasso, "un quintale e mezzo
d'uomo con corte mani che (...) diventavano magli" - e un persistente
pessimo rapporto con la scuola e con gli insegnanti, al punto che dopo
ripetuti insuccessi ed espulsioni non riuscì a finire gli studi. Va da
sé che questo breve ritratto al vetriolo - suggestione confortata dalla
propensione del grande scrittore toscano alla sovrapposizione di
"dolorosi" elementi autobiografici in tutta o quasi la sua opera -
sembra avere il retrogusto un po' acre del regolamento di conti
postumo. Sulla mappa geo-letteraria delle maestre narrate a cavallo tra
Ottocento e Novecento, questa istitutrice tristissima e
irrimediabilmente guasta si situa esattamente agli antipodi della
maestrina deamicisiana che insegnava nella "prima inferiore numero 3,
quella giovane col viso color di rosa, che ha due belle pozzette nelle
guancie, e porta una gran penna rossa sul cappellino."
Seconda settimana intermezzo
La lente focale
Otto Rosemberg
Marsilio
Nei ricordi
autobiografici di Otto Rosemberg, piccolo sinto internato in uno dei
primi campi di raccolta degli "zigeneurs" tedeschi, la figura del
signor Barwich, il maestro che ogni mattina faceva il saluto nazista,
non ha una connotazione negativa: ma era ancora il tempo
dell'innocenza, prima che l'universo si capovolgesse e iniziasse il
Porrajmos, lo sterminio.
Terza settimana
L'idiota
Fëdor Dostoevskij
In
uno dei brani più intensi e struggenti del grande narratore russo
capita che un Vero Maestro si nasconda nei panni di un Idiota, la cui
ragionevole follia parla lo stesso linguaggio dei bambini che a lui
accorrono come pane dello stesso pane e carne della stessa carne. Ai
maestri dell'Istituzione e delle aule chiuse, resta solo la miseria
della resa dei conti.
Terza settimana intermezzo
Gli ultimi della classe
Paola Tavella
Mondadori
Una
scuola difficile e una Maestra speciale, Greta, che succeda quel
che succeda non abbandona Davide. Perché Davide ha avuto in sorte di
nascere in uno dei quartieri più difficili di Napoli, ha il padre in
carcere e si stupisce persino se qualcuno organizza una festa per il
suo compleanno. Ora che è quasi primavera Greta e Davide si
siedono insieme nel prato, attenti a non finire nella spazzatura o
sulle ortiche, con l'atlante aperto sulle ginocchia. E ogni tanto
ridono sino alle lacrime.
Quarta settimana
Il Re dei Bambini
Acheng
Bombiani Ed.
In una nota introduttiva alla sua Trilogia dei Re
Acheng riporta un vecchio detto cinese secondo il quale «Se in casa c’è grano
sufficiente alla sussistenza, non si va a fare il Re dei bambini". Ovvero non
si diventa Maestri di Scuola. Nel suo racconto il Re dei Bambini è un giovane cooptato al
mestiere da una brigata di operai e contadini. Che strada facendo si illumina di una coscienza che lo spinge a
evadere dalle direttive del Partito e del suo Testo Unico per l'istruzione.
Quarta settimana intermezzo
Edmondo De Amicis
Amore e ginnastica
Pubblicato
quasi in sordina dopo la pubblicazione di
Cuore, presenta nuove figure di insegnanti tese alla rincorsa del
Grande Sogno: la costruzione a partire dalla scuola di uno spirito
nazionale popolare e unitario. De Amicis ci regala un'altra
singolare figura, la maestra Pedoni, che viveva di un solo pensiero, la
ginnastica, a cui si dedicava evitando ogni "mollezza e ogni
sdolcinatura" . La maestra alla "prima occhiata riconosceva se
una ragazza avesse attitudine o no alla ginnastica, esaminava i corpi
malformati, cercava le spalle asimmetriche, i petti gibbosi, gli addomi
prolassati, le ginocchia torte, e studiava di correggere ciascun
difetto".
Quinta settimana
L'obbedienza non è più una virtù Don Lorenzo Milani (Libreria Editrice Fiorentina)
In
queste poche righe il
senso più profondo dell'esperienza di Barbiana, dove le "cose" si
facevano "insieme", e dove il Maestro Don Milani disobbediva ai Potenti
ma nel contempo esigeva dai suoi ragazzi tutto ciò che potevano dare
non tanto a lui quanto a sé stessi, nell'imponente misuraresa
necessaria dalla loro povertà e dal loro svantaggio sociale. Una lotta
di riscatto sui libri animata da tutto l'amore possibile per la
giustizia
e l'uguaglianza.
Quinta settimana intermezzo
Una storia così
Silvio D'Arzo
Giuseppe Pontremoli, che amava particolarmente Silvio D'Arzo,
trasse da questo romanzo il titolo del suo importante e fortunato
saggio: Elogio delle azioni spregevoli. Essendo queste azioni le più
aborrite dal Signor Tobia Corcoran, Direttore del Premiato Collegio
Minerva, che così soleva dire: "Uno
studente dai sei anni in avanti non può compiere azione più immorale,
malvagia, spregevole, pericolosa, allarmante che leggere libri che non
siano i
tre libri di testo. E a sua volta un maestro dai vent'anni in avanti
non può
compiere azione più infamante, allarmante, pericolosa, spregevole,
malvagia,
immorale che far leggere libri che non siano i tre libri di testo"
Sesta settimana
La scuola o
la scarpa Tahar Ben Jelloun
Interprete delle mille linee di confine, ma anche
incessante costruttore di ponti tra le due sponde del Mediterraneo, lo
scrittore marocchino ci propone la figura di un maestro qualunque. Che in un
villaggio nordafricano così insignificante da essere un nulla, un nulla vuoto e
tondo come una zucca - metafora di ogni aula da riempirsi di presenze e
rapporti esemplari, pena la perdita di sé e degli altri - va in cerca dei suoi
alunni che all'apprendimento hanno sostituito per necessità il lavoro
sottopagato in una fabbrica di scarpe. Ecco allora che il maestro qualunque, un
maestro esemplare, si pone delle domande e soprattutto si pone in ascolto: in
questo brano anche di un vecchio saggio, "maestro" pur esso in senso
lato, che sa che ad aspettarli, i bambini, sempre ritornano.
Sesta settimana intermezzo
I VIAGGI DI GULLIVER
Jonathan Swift
I maestri di Lilliput sono saggi e severi ed educano
i loro allievi ai principi dell'onore,
della giustizia, del coraggio, della modestia, della clemenza, della
religione
e dell'amore per la propria terra. Quasi niente altro ci dice Swift di
loro, salvo che sorvegliano attentamente i genitori nelle loro due
visite annue ai bambini, affinché non si verifichino fastidiosi
incidenti quali tenerezze, sbaciucchiamenti e altre malintese
affettuosità.
Settima settimana
Opinioni di un clown
Heinrich Böll
Mondadori
Dal capolavoro di Einrich Böll un brano della genesi
dell'irriducibile alterità di Hans Schnier, ingenerata anche da un maestro di
scuola, il signor Brühl, che come molti altri sopravviverà, dopo la fine del
nazionalsocialismo, anche alle proprie inconfessabili vergogne.
Settima settimana intermezzo
L'uomo nell'astuccio
Cechov
In
uno dei più folgoranti brani del grande drammaturgo russo, un
professore triste come un venerdì di pioggia e senza alcun senso del
ridicolo, sostiene che "andare
in bicicletta è una distrazione del tutto sconveniente, per un educatore dei
giovani".
Perché "se il maestro va in
bicicletta, che rimane da fare agli scolari? Non resta loro altro che camminare
sulla testa".
Ottava settimana
Veglie alla fattoria presso Dikan'ka
Nikolaj Vasil'evič
Gogol'
Rizzoli
Dalle pagine di "Ivan Fëdorovič Špon'ka e la sua zietta", apparso nel
secondo volume delle "Veglie" di Gogol, grandissima opera animata nei
gelidi e interminabili inverni della Piccola Russia - dove tutto era racconto e magia - un
terribile professore, dalla faccia abbellita dal vaiolo, che per indole e per comvenzione non perdona.
Ottava settimana intermezzo
Giacomo Noventa
Il grande amore e altri scritti
Marsilio
"Sarebbe
opportuno leggere questa nota dopo il racconto
(che Noventa scrisse nel 1947 intitolandolo La vacca) perché essa non
può
essere costituita che dalle parole che lo stesso Noventa gli faceva
seguire: 'Questa storia può sembrare molto buffa, ma non è una storia
buffa. È una
storia molto commovente, e quasi dolorosa, sebbene sia una storia di
tutti i
giorni. Molti possono scrivere quel che ho scritto io stesso: "Di
fronte
agli uomini ingenui e ai fanciulli abbi pudore anche del tuo pudore",
ma
quasi mai e quasi nessuno riesce a mettere in pratica un consiglio
simile, o
principio che sia. Noi agiamo quasi tutti come la buona maestra:
rischiamo di
ferire il pudore degli ingenui e degli innocenti quanto più vogliamo
proteggerlo. Troppo fortunati, se la loro ingenuità e la loro innocenza
sono
così grandi da soverchiare il nostro moralismo e da impedirgli di
nuocere' ".
(Giuseppe Pontremoli)
Nona settimana
Tom
Sawyer
Mark Twain
Alla ferocia e alla protervia di certi Maestri di Scuola,
spesso restituiti sulla carta tali e quali alle figure reali che li ispirarono,
fanno spesso da contralto gli sconfinati eroismi dell'infanzia, giocati a volte
solo per "due lunghe trecce di capelli biondi penzolanti su una
schiena", o per la speranza di un moto di ammirazione che forse verrà e
forse non verrà, così come accade in questo breve brano del capolavoro di Mark
Twain.
Nona settimana intermezzo
ERODA
Il maestro di scuola
Dobbiamo
al poeta greco Eroda, vissuto presumibilmente a Coo nel terzo secolo avanti
Cristo, questa scenetta popolare assai lontana dai più vasti respiri del grande
mimografo Teocrito, a lui contemporaneo. Istigato dalla massaia Metrotima che
non riesce ad averla vinta su suo figlio Cottalo, il maestro di scuola si arma
di coda di bue, il nerbo sodo, ma senza alcun successo: cosa che la dice lunga,
anche in termini storici e cronologici, sulla vacuità delle punizioni corporali
e sulle eterne dinamiche tra maestri e Gianburrasca di turno, antelitteram
compresi.
Decima settimana
Storia di una maestra Josefina Aldecoa
Sellerio
Josefina Aldecoa (1926-2011), scrittrice e fondatrice del prestigioso istituto
artistico Colegio Estilo a Madrid, riportò in forma narrativa i ricordi di sua
madre, che fu davvero maestra e maestra militante per una vita intera, prima
nella Guinea spadroneggiata dai coloni bianchi e poi nella Spagna repubblicana i cui
sogni morirono all'alba del Franchismo: perché Maestre e Maestri si resta per
sempre, quale che sia la trincea, sia nel progresso che nella più feroce e irrimediabile delle sconfitte
Decima settimana intermezzo
Apologia di Socrate
di Platone
Durante il suo processo inutilmente Socrate negò di essere l'uomo di cui poi parlò Aristofane:
un "sapiente che
specula sulle cose celesti, che indaga i segreti di sotterra, che le
ragioni
deboli fa apparire più forti e questo insegna". Perché maestri si è
anche senza volerlo essere, e a volte se ne paga il prezzo.
Undicesima settimana
La zizzania Grazia
Deledda
In questo breve racconto pubblicato nel 1930 dai Fratelli Treves nella raccolta
La vigna sul mare, Grazia Deledda ci propone la figura di un Maestro a suo modo
esemplare, che rinuncia alla vendetta non solo per le galline che gli sono
state rubate, ma anche per il suo gatto - uno di famiglia - scuoiato e
arrostito sulla brace. La zizzania, suggerisce la Deledda, è erba cattiva che
occorre separare dal grano: ma in tempi di ghiaccio e di fame - quando l'odore
della morte penetra nelle case col vento di scirocco e il buio delle nuvole -
grano e zizzania restano inestricabilmente avvinti l'uno all'altra. Per poter
sopravvivere.
Undicesima settimana intermezzo
ROBERT WALSER
I temi di Fritz Kocher
Adelphi
Robert Walser conosceva molto
bene la scuola, e ne ha scritto reiteratamente. La conosceva, ma soprattutto
sapeva guardarla, con sguardo limpidamente impietoso. In un altro dei
"temi di Fritz Kocher" (del 1903) ha parlato de La professione: "Di
fare il medico non ho voglia, per fare il parroco non ho attitudine, per fare
il giurista non ho la pazienza, e quanto a fare l'insegnante... piuttosto la
morte. I nostri professori, come minimo, sono tutti infelici, lo si vede.
Vorrei fare il guardaboschi".
(Giuseppe Pontremoli)
Dodicesima settimana
Bambini di farina
Anne Fine
Salani
Anne Fine, straordinaria autrice inglese
tanto impietosa e caustica con gli adulti quanto complice appassionata del
mondo dell'infanzia e dell'adolescenza, ci offre in questo brano il quadretto scolastico di un tentativo
di inganno e di una Resistenza. Inganno vanamente ordito da un insegnante già
sconfitto in partenza, e Resistenza che anche se non opposta in virtù di fini
propriamente positivi, finirà per condurre i protagonisti di questa storia a un
lieto e inaspettato fine.
Dodicesima settimana intermezzo
Grandi speranze
Charles Dickens
Nell'arduo
percorso educativo del giovane Pip la prima pietra miliare, e
insieme il primo inciampo, è certamente costituito dalla prozia di Mr. Wopsle, il cui progetto educativo si può riassumere in questo modo: gli "scolari mangiavano mele e ficcavano
fuscelli di paglia l'uno nella schiena dell'altro, fino a che la prozia di Mr.
Wopsle non raccoglieva tutte le sue energie e, vacillando, li colpiva indiscriminatamente
con una verga di betulla".
Tredicesima settimana
Il paese delle vocali Laura Pariani Casagrande ed.
Scriveva Giuseppe Pontremoli, a proposito di questo brano "La scuola dovrebbe
essere così, fatta di storie, dice la Luisina, dimostrando di essere davvero
piuttosto grande, "grandaséla", addirittura saggia, capace di sintesi
illuminanti. Una persona saggia, sì, forte della dirompente mitezza dei suoi
nove anni. Di questa sua frase noi vogliamo fare una bandiera. E a tutte le
signorine Sirena appassionatamente suggeriamo di non mancare mai di avere nella
borsa nel cuore nella voce almeno un esemplare di flauto incantatore, un
contenitore di parole vive. Potrebbe servire ad acquietare un po' persino i più
grandi delle ultime file; e forse l'indiavolare di centoventitre coatti potrebbe
trasformarsi nella scoperta della possibilità di rimettere in scena tutti gli
anfratti della propria vita, anche dentro a quell'assurdo stanzone altrimenti
gremito di intollerabili estraneità. Parola pizza, vurégia drizza."
Tredicesima settimana intermezzo
Il triplice destino
Nathaniel Hawthorne
Quale
carica può rendere un uomo pari ai sovrani e ai potenti della Terra? In
qualche epoca e in qualche Paese - che non sono la nostra epoca e il
nostro Paese - poteva capitare di sentirsi dare questa risposta: "Nientemeno
che quella di maestro nella scuola del villaggio!". A patto però che certe
bizzarrie e fantasie della giovinezza siano state corrette dal
tempo.
Quattordicesima settimana
La maestrina
Boccarmè Luigi Pirandello
Nel tòpos ottocentesco delle "maestrine" affette dalle stigmate di un
avverso destino, la Mirina Boccarmè di Pirandello rappresenta un apice tanto
nella forma che nel contenuto. Sia per l'ineguagliabile asciuttezza della voce
narrante, che si muove come di consueto da un punto di vista maschile paterno e
padrone, sia per l'ineluttabilità della definitiva sconfitta. Prima di tutto della donna, ma anche della maestra.
Quattordicesima settimana intermezzo
Harry
Potter e il prigioniero di Azkaban
J. k Rowling
Salani
Nella
folta schiera di insegnanti di Hogwarts la
professoressa Sibilla Cooman, esperta di Divinazione interpretata da Emma Thompson nella
riduzione cinematografica, appartiene a quella categoria di Maestri che il più
delle volte sbagliano: ma che poi, costi quel che costi, si schierano sempre
dalla parte dei propri alunni.
Quindicesima settimana
Cristo si è fermato a Eboli Carlo Levi Einaudi
Carlo Levi, medico, pittore, scrittore e intellettuale antifascista, tra i
fondatori a Parigi di Giustizia e Libertà, venne inviato al confino in Lucania
nel 1935. Anni dopo raccontò in questo libro la scoperta, per lui inaspettata e
sconvolgente, di un Sud ancestrale e contadino, magico e lontano, ancora fuori
da ogni Storia se non la propria. In questo universo minore le figure dei
Maestri di Scuola appaiono incarnite in un Potere che più che altrove appare da
operetta.
Quindicesima settimana intermezzo
I
ragazzi Montessori
Teresa
Porcella
Raffaello
edizioni
Nella Children Farm School
Erdkinder di Pilarcito, scenario montessoriano del romanzo di Teresa
Porcella (per la cronaca struttura realmente esistita nei pressi di San
Francisco), i caratteri reali, le inclinazioni e le attitudini degli
insegnanti hanno scarsissima importanza.
Perché non importa "sapere chi è il maestro".
Importa solo che, grazie a lui, i ragazzi riconoscano sé stessi e le proprie potenzialità.
Sedicesima settimana
Il Ragazzo e il Maestro di Scuola
Jean De La Fontaine
La
Fontaine trovò probabilmente l'ispirazione per questa favola, che appare nella
prima raccolta pubblicata a Parigi nel 1668, più che nella similare versione
esopica conosciuta con il titolo "Il ragazzo che faceva il bagno"
(che secondo alcuni era sconosciuta nella Francia del Seicento), in un brano
del Gargantua e Pantagruele di Rabelais, laddove frate Gianni minaccia i suoi compagni
di viaggio di lasciarli annegare nel fiume, tenendo loro "un bello e lungo
sermoncino de contemptu mundi et fuga saeculi". Il maestro di scuola qui
fustigato per la sua "burbanza magistrale" - nell'originale appellato
anche con il più generico termine di magister -, è uno dei 123 personaggi umani
che La Fontaine inserì direttamente nelle sue favole, senza sostituirli con le
figure vicarie degli animali.
Sedicesima settimana intermezzo
Lina
Unali
L'anno
della Tigre
Dai
Racconti di Chin
Lina
Unali, studiosa di origini sarde, ci ricorda con questo antico racconto
cinese che a volte i maestri si comportano con i propri alunni come i
gatti con la tigre: non insegnano mai tutto, sempre rimane qualcosa
d'importante, di non detto, di non spiegato.
Forse per questo tigri e gatti, alunni e maestri, a volte continuano a sentirsi nemici.
Diciassettesima settimana
Pinocchio Carlo
Lorenzini "Collodi"
Il
maestro di Pinocchio ha la stessa consistenza di un'ombra evanescente, una figurina senza
sembianze umane e senza nome che percorre solo poche righe dell'Avventura del
burattino, giusto il tempo perché un monello ignaro di qualsiasi infausto
destino ne delimiti dal proprio punto di vista la funzione e il ruolo: "Il maestro si
lascia dire. È pagato apposta per brontolare tutti i giorni."
Diciassettesima settimana intermezzo
Il Vecchio e il Bambino
Claude Berri
Una
classe può essere una tana, dove i cuccioli possono crescere giocando
tra pari, oppure una gabbia dove la sopravvivenza è messa ogni giorno a
rischio dalla ferocia del branco. In questo brano del romanzo di Claude
Berri, da cui poi lo stesso regista e sceneggiatore francese trasse
l'omonimo film, un bambino ebreo costretto a cambiare identità e nome
percorre stringendo i denti la lunga strada per la sopravvivenza.
Diciottesima settimana
Ragazzo Negro Richard
Wright Einaudi
Dal
capolavoro autobiografico di Richard Wright una delle tante tappe di un
lunghissimo e faticoso percorso di afrancamente ed emancipazione. Dalla società segregazionista dei
bianchi ma anche da un mondo adulto - qui personificato da una zia maestra
affetta da vuoto rigore e ipertrofica religiosità - che non percepisce quanto in
un ragazzo possa essere radicato il senso natuarale della giustizia.
Diciottesima settimana intermezzo
Il maestro dei ragazzi
Giovanni Verga
Il
maestro dei ragazzi di Verga, in quanto a sfortuna e destino
segnato dall'ineluttabile sconfitta, non ha niente da invidiare
alle "maestrine" ottocentesche, così spesso restituite sulla carta con
sottesa e sottile ferocia.
"Ogni giorno, mattina e sera, tornava a passare
il maestro dei ragazzi, con un fanciulletto restìo per mano, gli altri sbandati
dietro, il cappelluccio stinto sull'orecchio, le scarpe sempre lucide, i
baffetti color caffè, la faccia rimminchionita di uno ch'è invecchiato insegnando
il b-a-ba, e cercando sempre l'innamorata, col naso in aria".
Diciannovesima settimana
Le guerre di Ada
Laura Pariani - in Il corno d'Oro
Sellerio
Dalla raccolta d'esordio di Laura Pariani, una maestra che si pone molte
domande e che molte domande pone all'autorità costituita: non tanto per sapere,
ché già sa - tutta l'implacabile durezza del mondo - quanto per annunciare una
sconfitta.
Nel capolavoro del grande scrittore russo, al maestro Dardanelov, campione di purezza e delicatezza,
succede quello che a ciascun maestro o a ciascuna maestra prima o poi
capita nella sua vita tra i ragazzi: una domanda alla quale è costretto
a rispondere in modo goffo e approssimativo, perché non a conoscenza
della risposta esatta. Un inciampo che Dardanelov gestisce in modo
tanto umano quanto goffo, negando l'evidenza e dando così ai ragazzi
prova della sua debolezza.
Ventesima settimana
Le Confessioni di Sant'Agostino
Dal
Libro Primo delle Confessioni di Agostino d'Ippona, ritenuto uno dei massimi
pensatori del Cristianesimo del primo millennio, un breve brano che già porta
con sé la più significativa frattura esperenziale del Dottore della Chiesa (prima sedotto dal
profano e poi teso al divino) e che nel contempo offre uno spaccato dei Maestri
allora avvezzi all'uso di "cavalletti e unghioni e simili forme di
tortura".
Ventesima settimana intermezzo
Francesco Enna
Il bambino di porcellana
Condaghes ed.
Capita
a volte che anche i migliori insegnanti, folgorati da un dolore troppo
grande, mutino ciò che sono stati per una vita intera e si trasformino
in insopportabili esseri di pietra pomice. E' questo che capita
a un anziano professore dopo la scomparsa di sua moglie: un vero e
proprio ritiro dal mondo che lo spingerà a barricarsi in una casetta
cinta da impenetrabili mura. Almeno fino a quando nella sua vita non
entrerà Davide, un bambino speciale, uno dei primi bambini autistici a
comparire in un romanzo per ragazzi in Italia.
Ventunesima settimana
Zazie nel metro Raymond Queneau Einaudi
"Parigi è solo un sogno (...), Zazie il sogno di un'ombra
(o di un incubo) e tutta questa storia il sogno di un sogno, l'ombra di un'ombra, poco più di un delirio scritto a macchina da un romanziere
idiota". Così scrisse Queneau a proposito del suo romanzo croce e delizia. Zazie,
una bambina non ancora raggiunta dall'ombra dell'albero della scienza del bene
e del male, avrebbe detto Elsa Morante, da grande vorrebbe diventare maestra di
scuola.
Ma con intenti non propriamente educativ
Da
questa fiabetta dei fratelli Grimm un maestro ladro che, come spesso
succede, viene superato e infine annichilito dall'allievo.
Ventiduesima settimana
Giobbe. Romanzo di un
uomo semplice Joseph Roth Adelphi
Il protagonista dello struggente capolavoro di Joseph Roth,
il maestro di scuola Mendel Singer, qui descritto nell'incipit del romanzo, è
solo in apparenza un fratello minore del Giobbe biblico. In realtà l'intensità
del suo dolore, e la potenza del lamento con cui si rivolge a Dio, sono
inversamente proporzionali alla sua povertà e alla sua mitezza. Al punto da
fargli guadagnare, in chiusura di questa grande storia, il giusto riposo
"dal peso della felicità e della grandezza dei miracoli".
Nello
storico romanzo di Luigi Bertelli (che assunse lo pseudonimo Vamba dal
nome di un giullare nell'Ivanhoe di Scott), il professor Muscolo preso
di mira dallo "sciagurato" Giovanni Stoppani, alias Giannino, alias
Gian Burrasca, ha tanta autoritaria ridicolaggine da meritarsi
certamente più di una beffa. Beffe peraltro sempre all'acqua di rose e
mai veramente incarognite, come nello stile di Vamba, toscano anche lui
come Collodi, ma infinitamente meno pinocchiesco.
Ventitreesima settimana
Maestra di campagna
Carola Prosperi
In questo racconto di Carola Prosperi, scomparsa a 97 anni
nel 1981, capostipite delle scrittrici italiane di "genere" (rosa,
recitano le note biografiche, ma anche "di racconti per ragazzi"),
appare un'insegnante che appartiene propriamente alla categoria delle maestrine
immolate dal destino sull'altare della sfortuna: una "ragazza
anziana" destinata a dissolversi nei ricordi di tutti come "l'ombra
di un'ombra". Maestra di campagna è apparso nel volume Vocazioni, del 1919.
Ventitreesima settimana intermezzo
Il segreto di Luca
Ignazio Silone Mondadori L'ex
maestro di scuola Andrea Cipriani rientra al suo paese e Don Serafino,
il parroco, lo racconta a modo suo: un buon maestro ma dal carattere
difficile e scontroso, un uomo bizzarro a tal punto che "se fosse stata
una fanciulla l'avrei giudicata un'isterica". Un uomo che, soprattutto,
non riuscuiva a stare zitto, e che all'inizio "di una delle guerricciole mosse dal
passato governo" disse "in piazza, in un crocchio
di conoscenti: 'E' un'ignominia'."
E tanto basto perché venisse imprigionato.
Ventiquattresima settimana
Dago Red John Fante Einaudi
Tratto dal racconto "Professionista" apparso nella superba raccolta
Dago Red pubblicata a New York nel 1940, questo brano ci racconta di una
maestra amata da un bambino, poi adolescente, in modo talmente sottaciuto da
apparire ancora più appariscente: roba da cattolici, avrebbe sottolineato
Bandini, dato che lui è un "dago", un ragazzino di origine italiana,
e lei una giovane suora.
In
uno straordinario romanzo per ragazzi due persone molto arrabbiate si
fronteggiano, una ragazzina che ce l'ha col mondo intero e che odia gli
adulti, e un'insegnante che ha imparato a controllare la sua rabbia,
che non è meno infinita di quella della sua alunna.
Sarà in questo modo che tra la grande Gilly e la signorina HARRIS-6 si
innalzerà un ponte destinato a rimanere in piedi anche quando si
ritroveranno lontane l'una dall'altra.
Venticinquesima settimana
Si chiamava Friedrich Hans Peter Richter Piemme
In un accuratissimo saggio di Erika Mann pubblicato qualche anno fa dalla
Giuntina di Daniel Vogelmann, "La scuola dei barbari", veniva
descritto in che modo l'intero sistema d'istruzione tedesco si compenetrò,
sotto il nazionalsocialismo, alla volontà di cieca e feroce potenza del Terzo
Reich. In questo breve brano tratto dal romanzo per ragazzi di Hans Peter
Richter, si coglie per intero la caratura di una tragedia che pure ebbe le sue
sfumature, qui colte da un io narrante che seguirà le vicende di Friedrich sino
al loro tragico epilogo.
Venticinquesima settimana intermezzo
L'ultima
lezione del signor Sulitjema Anna Maria Ortese
In sonno e in veglia - Adelphi
Cosa può lasciare, in
dono, un maestro che si appresti a prendere congedo dalla propria funzione?
Poco, probabilmente, e non solo perché non abbia guadagnato granché. O, forse,
anche, moltissimo: il conseguimento della capacità di provare ed esprimere
apertamente sentimenti che muovono sia il riso sia il pianto; emozioni; parole.
Ma sarà necessario avere agito - magari anche sgradevolmente - senza rinunciare
alla propria composita essenza: severità, stranezze, alterità, malinconie, la
convinzione che l'infanzia sia l'aurora del mondo umano. Potrà lasciare parole:
magari poche, ma riassuntive davvero del senso della propria presenza nel vasto
mondo. E poi la memoria di una voce che faceva pensare alle foreste, alla
solitudine, al vento. Un universo, insomma - ovviamente braccato dal potere. (Giuseppe Pontremoli)
Ventiseiesima settimana
I ragazzi della via Paal Ferenc Molnar
Insieme a Cuore di Edmondo "dei Languori", I Ragazzi della via Paal è
stato uno dei libri maggiormente castigati dai furori della rivoluzione
culturale post '68, a causa del suo presunto carattere militarista e
guerrafondaio. Un torto mai pienamente riparato che ancora getta un'ombra,
tanto malevola quanto ingiusta, sul capolavoro ambientato nell'Ottavo Distretto
di Budapest, a pochi passi dell'antico quartiere ebraico. Dove un gruppo di
compagni di scuola, per difendere il proprio spazio di gioco, si allerta in
"banda" e Associazione, anche contro il parere del professor Racz,
chiamato in queste pagine a rappresentare l'estraneità del mondo adulto alle
ragioni dei ragazzi.
Ventiseiesima settimana intermezzo
Alla Scuola
Matilde Serao
Apparso
nella raccolta Piccole anime nel 1883, Alla scuola è uno dei più
riusciti racconti brevi della scrittrice candidata sei volte al Premio
Nobel e prima donna in Italia ad aver fondato e diretto un quotidiano.
Ancora oggi, i maestri e le maestre che leggono la folgorante
descrizione in odore di autobiografia che Serao fece delle aspiranti
insegnanti dell'epoca, non riescono a rifuggire da un brivido
sulla schiena. Perché a scuola ci si sta sì con tutti sé stessi, ma
coltivando l'arte di celare le proprie angosce.
Ventisettesima settimana
Il barone rampante Italo Calvino
Nel secondo romanzo della trilogia I nostri Antenati Calvino
ci propone la figura di un Maestro-Precettore, l'Abate Fauchelafleur, a cui
capita la peggiore delle umane sventure: quella di andare incontro alla morte
"senza aver capito, dopo una vita intera dedicata alla fede, in che cosa
mai credesse, ma cercando di credervi fermamente fino all’ultimo." Non
inganni la distaccata ironia con cui il poveruomo viene tratteggiato sulla
carta: è solo uno dei colpi di frusta che Calvino assestava agli uomini prigionieri
della propria sorte.
Nel
capolavoro del grande scrittore russo il giovane e sofferente Serza
vorrebbe gettare un ponte tra lui e il suo maestro. Il quale però
appartiene alla schiera degli insegnanti sordi e ciechi, ovvero a
quelli che hanno rimosso ogni ricordo della propria infanzia e che
perciò mai accederanno al segreto custodito da ogni Buon Maestro: non
esiste scienza che possa essere riconosciuta tale dal bambino se non
quella capace di muoversi all'altezza del suo cuore.
Ventottesima settimana
Dubrovskij Aleksandr
Sergeevič Puškin
In questo romanzo, scritto tra il 1832 e il 1833 e più volte mutilato dalla
censura zarista, un brigante - Robin Hood prima si sostituisce a un maestro
francese e poi si presenta a un padrone "che coi maestri (avec les
outchitels) non fa complimenti e ne ha già frustati due a morte". Cattiva
abitudine che con il nuovo Maestro non verrà posta in essere: da cui si deduce
che per venire rispettati a volte occorre essere un po' briganti. Anche a
scapito di un povero orso.
Ventottesima settimana intermezzo
La maestrina d'inglese
Carlo Dossi
Carlo Dossi (Carlo Alberto Pisani Dossi), scrittore ottocentesco in
odore di scapigliatura, fu autore straordinariamente precoce, anche
nell'abbandonare poi la narrativa per una carriera diplomatica che lo
spinse verso altri interessi. La sua "maestrina" d'inglese,
improvvisatasi tale per bisogno economico e per sussulti del cuore, è
una piacevolissima dimostrazione del suo ecclettismo espressivo e della
sua ironia. Rivolti allora soprattutto alle "signore lettrici", per le
quali la sua misura narrativa era sempre spumeggiante nello stile e
sempre parca nella misura: una goccia appena d'inchiostro, per
l'appunto.
Ventinovesima settimana
Alice nel paese delle
meraviglie Lewis Carroll
Dal visionario capolavoro del reverendo Lewis Carrol,
pubblicato nel 1865, assumiamo che possano esistere Maestri e Maestre in fondo
al mare. A patto che siano capaci di insegnare catino, greto, marografia,
disdegno e bruttificazione.
Ventinovesima settimana intermezzo
Registro di classe
Sandro Onofri
Einaudi
Sandro Onofri, oltre che intellettuale e scrittore di notevolissimo spessore, è stato uno di quei preziosi "Maestri" capaci
di coniugare il lucido scontento per una scuola allo sbaraglio con
l'ostinata felicità dell'essere nell'esserci tra i suoi ragazzi e
le sue ragazze. Da Registro di classe, che uscì postumo nel 2000, si propone qui il
disarmante e illuminante atto d'accusa di alcuni alunni, dopo una
assemblea di classe, secondo i quali Onofri era insegnante "troppo di
sinistra.
Trentesima settimana
Ascolta il mio cuore
Bianca Pitzorno
Mondadori
Il romanzo più noto e fortunato di Bianca Pitzorno è in gran parte un racconto
autobiografico. Anno scolastico 1949-1950 di una quarta elementare a Sassari:
la signora Sforza è una maestra
dagli occhi vitrei e dalla naturale propensione all'ingiustizia di classe.
Trentesima settimana intermezzo
Prima i bambini
Toni Morrison
Frassinelli
Toni
Morrison, prima scrittrice afroamericana a ricevere il Nobel per la
Letteratura, ci propone, anche se solo incidentalmente, perché figura
minore sullo sfondo della tragedia della protagonista in cerca di sé,
una maestra talmente brutalizzata e sconfitta dalla vita da risultare
del tutto aliena a ciò che un tempo, in un'altra vita e in un'altra
storia, fu tra i banchi della sua scuola.
Perché una bambina assetata di amore materno ha salvato sé stessa
accusando lei del peggiore dei crimini contro l'infanzia: consegnandola per sempre, lei che era
innocente, alla ferocia sui vinti.
Trentunesima settimana
Di mestiere faccio il
maestro Marco Rossi-Doria
L'ancora del mediterraneo
Rossi
Doria è stato uno degli ideatori della pratica dei Maestri di Strada a Napoli,
perché «La scuola, fatta così come è fatta, serve davvero molto poco ai poveri
e agli esclusi». In questo breve e drammatico brano sono sintetizzati
l'eroismo, la capacità, lo spessore umano e la fatica dell'essere dei buoni
Maestri, o delle buone Maestre, oggi.
Trentunesima settimana intermezzo
Le Vie dei Canti
Bruce Chatwin
Adelphi
Dai Taccuini ne Le vie dei Canti, l'intreccio dei fili della memoria che Chatwin inserì nel corpo vivo della narrazione del walkabout degli aborigeni australiani -
la sinfonia del mondo nella geografia esperenziale di suoni e sentieri
-, compare all'improvviso il maestro di un villaggio in Cina. Un
maestro che ha, anch'esso, molti ricordi del passato, e i polsi sfregiati dalle catene.
Trentaduesima settimana
Storie allegre
Carlo Lorenzini - Collodi
Scambio fulminante e divertente, alla Collodi, tra un alunno, un babbo e un
Maestro. Le Storie allegre vennero pubblicate a puntate sul Giornale per i
Bambini e poi edite in volume nel 1887. Niente da aggiungere salvo la notazione
sulla persistenza, centotrenta anni dopo, di taluni ruoli e atteggiamenti
squisitamente italiani.
Trentaduesima settimana intermezzo
I ricordi mi guardano
Tomas Tranströmer
Iperborea
Tomas Tranströmer,
grande poeta svedese premio Nobel per la Letteratura nel 2011, nella
sua prima e ultima opera di narrativa insegue i ricordi di
quell'infanzia raffigurata spesso come la "testa" di una cometa, il non
luogo dove tutto si forma e tutto si determina, così denso e
inquietante che ad avvicinarsi troppo si prova a volte una sensazione
di morte. In questo breve brano autobiografico, una ridotta ma
folgorante galleria di insegnanti accomunati dall'essere tutti o quasi
dei cattivi maestri, tanto efficienti quanto storicamente e
umanamente perdenti.
Trentatreesima settimana
La ragazza ebrea
Hans
Christian Andersen
Quasi tutti i nostri più amati scrittori europei dei secoli
passati, salvo pochi illuminati, sono inciampati nell'orrore dell'antigiudaismo
inconsapevole.
A difesa del buon Andersen, spesso cantore degli Ultimi della
Terra, valga pensare che quelli erano ancora i tempi in cui in tutte le chiese
cristiane, nella notte del venerdì santo, si recitava l'Oremus et pro perfidis
Judaeis. Vennero poi i tempi ancor più da lupi della Shoah, l'incontro di Jules
Isaac con Papa Roncalli, il Concilio Vaticano II e il perdono chiesto ad alta
voce da Karol Józef Wojtyła: forse anche per questa "piccola bambina
ebrea", il cui destino sulla carta è già segnato dalla feroce bontà del suo
Maestro.
In questo brano del primo imponente romanzo pubblicato dal grande scrittore tedesco, premio Nobel nel 1929,
appaiono degli insegnanti i quali, persino nella rigida cultura
scolastica dell'epoca, sclerotizzata sui valori mercantili e borghesi,
riescono a vivere con leggerezza il loro ruolo, "concordi nel ritenere che la scienza e
l'allegria non si escludano a vicenda".
Trentaquattresima settimana
La casa tra gli
Renate Welsh
Piemme
In uno dei romanzi più riusciti della scrittrice austriaca la storia di due
ragazzini alla soglia dell'adolescenza che scoprono sé stessi e l'altro/l'altra
da sé: con una sensibilità che è insieme unica e doppia, anche nel pesare la
protervia e la violenza di un maestro nazista.
Dal
grande Mago delle filastrocche un breve componimento che ci ricorda che
per imparare occorre a volte cercarsi il giusto Maestro.
Trentacinquesima settimana
Una storia di amore e di
tenebra
Amoz Oz
Mondadori Dal capolavoro autobiograficio di Amos Oz il breve e intenso
schizzo di una straordinaria maestra di bambini e di gatti.
Il nome di Oz, scomparso nel 2018, è iscritto così per sempre nel
novero dei grandi scrittori rimasti immeritatamente fuori dall'albo
d'oro del Nobel per la letteratura.
Trentacinquesima settimana intermezzo
Il tulipano nero
Alexandre Dumas padre
Maestro e allieva a volte si diventa per reciproca
elezione, anche quando, come nel romanzo che Alexandre Dumas padre diede alle
stampe dopo i fasti della saga de I tre moschettieri e de Il Conte di
Montecristo, il primo è un prigioniero e la seconda e la figlia del suo carceriere:
complice una Bibbia e il comune sogno del tulipano nero.
Trentaseiesima settimana
Diario di una maestrina
Maria Giacobbe
Il Maestrale Diario di una maestrina, opera prima della scrittrice
sardo-danese Maria Giacobbe, vincitrice del premio Viareggio nel 1957 e poi
tradotta in quindici lingue, è il resoconto-diario di una esperienza di
frontiera, per quanto frontiera interna, la Barbagia terra ancora lontana ed
Altra: almeno quanto risuona lontano e Altro il punto di vista di chi qui la
descrive.
Trentaseiesima settimana intermezzo
L'ombra
allo specchio
Giacoma
Limentani
La
Tartaruga ed.
Si parla spesso di "cattivi maestri", ma
non sempre a proposito. Sì, perché il ricorso a questa categoria avviene quasi
soltanto per indicare chi si sia fatto promotore di percorsi culturali e
politici di varia eclatante malvagità. Non intendiamo certo qui dire che essi
non esistano: esistono, e sono in gran numero. Ma coloro di cui parla Giacoma
Limentani nella sua limpida narrazione di domande vanno ben oltre costoro, e
sono legioni. Non sempre appariscenti, anzi spesso camuffati sotto spoglie
dimesse, procedono imperturbabili, imbottiti di guanciali e in sonno e in
veglia, mai turbati da insonnia. Ricchi delle meraviglie della notte, gli
insonni di tutto il mondo non hanno da perdere che le loro catene. (Giuseppe Pontremoli)
Trentasettesima settimana
Un anno a Pietralata
Albino Bernardini
Tullio de Mauro, nella prefazione all'ultima edizione di Un
anno a Pietralata, dal quale Vittorio De Seta trasse il fortunato sceneggiato
televisivo Diario di un maestro, scrive che con questa opera e col successivo
Le bacchette di Lula (tradotto in 26 lingue), Albino Bernardini "si
collocò in prima fila nella schiera di maestre e maestri cui dobbiamo gran
parte del cammino "progrediente" delle nostre scuole...". Nel
nostro lunario però preferiamo ricordare Albino Bernardini per ciò che
umanamente non fu e non ebbe mai la tentazione di essere. Ovvero, per
utilizzare le parole di Gianni Rodari nell'originale prefazione del 1968, uno
di quei tanti maestri che lavorando nelle borgate romane si arroccavano dietro
il muro razzistico che li divideva dagli "esseri umani – bambini, donne,
uomini" - tra i quali avevano "la sensazione di essere capitati per
castigo".
Trentasettesima settimana intermezzo
Lettere
perdute e frammenti
Bruno
Schulz
Feltrinelli
Bruno Schulz fu ucciso il 19 novembre 1942, con due
colpi di pistola, in strada, da un nazista. Aveva cinquant'anni. Fino ad allora
aveva pubblicato due libri, Le botteghe color cannella e Il Sanatorio
all'insegna della clessidra: racconti che non vanno oltre le duecento pagine ma
sono riusciti a far dire a I.B.Singer che in alcuni di essi Schulz riesce a
essere più grande di Kafka. Si è favoleggiato a lungo, e si continua ancora, a
proposito di un suo mai ritrovato romanzo, Il Messia; in ogni caso scrisse poco,
ma David Grossman ha detto: "Schulz che scrive un intero romanzo?
Dovrebbero cucirne insieme le copertine per evitare che trabocchi nella notte.
La vita esplode in ogni pagina scritta da lui. Improvvisamente la vita diventa
degna del suo nome: un'immensa battaglia, intrapresa simultaneamente con ogni
strumento del linguaggio a tutti i livelli del conscio e dell'inconscio, del
sogno sfumato e dell'incubo". Per quindici anni Schulz insegnò disegno e
attività manuali (nel ginnasio e nella scuola elementare, per completare
l'orario), vessato da problemi burocratici e umiliazioni. La scuola gli stava
davvero stretta, portandolo ad affermare in una lettera del 1934 che
"questa professione mi è venuta a schifo fino al vomito". (Giuseppe Pontremoli)
Trentottesima settimana
Jeeves sta alla larga
Pelham Grenville Wodehouse
Mursia
In questo brano tratto da Jeeves sta alla larga, Bertie Wooster, uno
degli scoppiettanti personaggi che più
ricorrono nell'eterna commedia di Wodehouse, viene a sapere che presto
incontrerà Aubrey Upjohn, il suo vecchio e inflessibile direttore alla Scuola
preparatoria di Malvern House, Bramley-on-Sea. Inutile aggiungere qualsiasi
commento, trovandoci qui nel leggerissimo universo degli "allegri
cretini" dell'aristocrazia inglese che Wodehouse amava bonariamente
fustigare - poiché "con quei cretini era politicamente d'accordo, ma
artisticamente in disaccordo", come ha scritto Lucio Villari - salvo forse
che ben capiamo il sentimento di sconforto del giovane Wooster. Non c'è dubbio,
infatti, che a ciascuno di noi sia capitato di incontrare nella sua carriera
scolastica almeno un Aubrey Upjohn da dimenticare.
Nel
racconto di Moretti un'altra "maestrina" ottocentesca, questa volta
niente affatto sfigurata dalla mannaia della sfortuna ma bensì
immolata carne, sangue e aspirazioni al capolavoro di De Amicis,
il Cuore al quale aveva uniformato non solo la carriera ma anche
i suoi pensieri e il suo aspetto fisico. Va
da sé che quando il Grande Edmondo si materializza nella sua scuola,
alla maestrina dalla penna rossa non resti che portare a compimento il
suo pronarsi a un destino immaginato per lei sulle pagine di un libro.
Trentanovesima settimana
Scuola
normale femminile
Matilde Serao
Matilde Serao, grandissima scrittrice e giornalista (prima donna a fondare e
dirigere un quotidiano, il Mattino, nel 1892) frequentò da ragazza la Scuola
Normale Femminile, destinata a diventare poi l'Istituto Magistrale. Di sé e
delle sue compagne aspiranti maestre dirà poi: “Qualcuna di noi aveva la
povertà, quasi tutte una miseria decente – e chi un fratello ebete, chi un
padre paralizzato, chi una matrigna tormentatrice, qualche piaga celata con
cura, qualche vergogna celata con nobile pietà, qualche infelicità, qualche
ingiustizia del destino, a cui la rassegnazione era completa”.
E poi un durissimo futuro, qui veicolato non da una proiezione letteraria di un
luogo comune, la malasorte di "genere" delle maestrine
dell'Ottocento, ma dalle note con le quali la Serao ripercorre sulla carta i
tragici passi a venire delle sue compagne di scuola.
Nel romanzo
autobiografico di Natalia Ginzburg, premio Strega nel 1963, compare una maestra
supplente che infierisce su un bambino ebreo nell’epoca precedente le leggi
razziali. Non per dichiarata adesione al fascismo, né per conclamato
antigiudaismo, ma solo, misfatto ancor più grave, per incommensurabile stupidità.
Quarantesima settimana
Verità su una maestrina
Giorgio Scerbanenco
Giorgio Scerbanenco (Volodymyr-Džordžo Ščerbanenko, figlio di un'italiana e di
un ucraino morto nella Rivoluzione Russa), per il quale Oreste del Buono coniò
l'appellativo di "macchina per scrivere storie", pubblicò nel 1989
una raccolta di 376 racconti, quasi tutti di "genere", intitolata La
vita in una pagina.
Verità su una maestrina orchestra ancora una volta un
leitmotiv che affonda le sue radici nell'Ottocento. Quello della
"maestrina" segnata dalle stigmate della sfiga, contro la quale, come
tutti ben sanno, niente può, neppure l'amore degli alunni.
Opera collettiva
composta dai ragazzi di Don Milani e sotto la sua guida, Lettera a una professoressa
anticipò di un soffio l’epoca della grande contestazione alla
scuola di classe brutalmente punitiva nei confronti degli alunni provenienti
dai ceti meno abbienti, in barba ai dettati della Costituzione Italiana. Un
testo politicamente ingenuo ma fortemente visionario nel porre sul banco degli
imputati l’inganno dei percorsi didattici e delle valutazioni uguali per tutti,
attraverso cui le “professoresse” fungevano da vestali della selezione.
Quarantunesima settimana
Ricordi di scuola
Giovanni Mosca
Giovanni Mosca, prima di diventare il grande vignettista satirico,
scrittore e
giornalista che fu (fondatore del Bertoldo con Giovannino Guareschi e
poi
direttore del Corriere dei Piccoli), insegnò per qualche anno nelle
scuole
elementari, esperienza sulla quale poi compose l'appassionato ed
esilarante
Ricordi di Scuola. Fuori divertissement letterario e sottotraccia,
questo breve
passo serva a meditare sulla tragica essenza delle ultime riforme della
Scuola: ovvero sulla riproposizione di un rapporto arcaico tra
"direttore" e insegnanti, basato se non proprio sul tracotante
paternalismo di queste pagine umoristiche, certamente su un rapporto
gerarchico
di stampo burocratico e autoritario.
Uri
Orlev, il grandissimo scrittore israeliano autore soprattutto di romanzi per
ragazzi, da bambino si ritrovò a vivere la tragedia del Ghetto di Varsavia,
dove sua madre venne assassinata dai nazisti, prima che lui e suo fratello
venissero deportati a Bergen Belsen. Sopravvissuto allo sterminio e rifugiatosi
in Israele, Orlev ha spesso restituito nei suoi libri bambini e bambine scampati
aa Shoah, in questo caso una ragazzina che incontra una maestra che non è
ebrea ma che si offre ugualmente volontaria per insegnare in un kibbutz.
Quarantaduesima settimana
Non dire di me che ho fuggito il mare
Alberto Melis
Condaghes
A causa delle leggi razziali del 1938 vennero espulsi dalle scuole italiane
6500 studenti e 700 docenti, quasi tutti di fede ebraica. Altri docenti ancora
verranno poi espulsi per la loro non adesione al fascismo. Il professor
Cipriani immaginato in questo romanzo per ragazzi, non sarebbe mai stato tra
questi.
Figura ormai mitica e non solo tra gli amanti di Roald
Dahl, la signorina Spezzindue - miss Trunchbull, Trinciabue, nella sua versione cinematografica – è probabilmente
il più gustoso esempio di vendetta postuma contro le donne (e gli uomini) di
scuola “sbagliati”, che ognuno di noi ha incrociato almeno una volta nella sua infanzia
scolastica: donne (e uomini) che odiano i bambini, violenti, sbroccati, del
tutto inutili e grottescamente ridicoli.
Quarantatreesima settimana
Il Mistero della Collina
Giuseppe Pontremoli
Essere Maestri ed esser Cantastorie. Giuseppe Pontremoli,
scomparso il 9 aprile del 2004, lo è stato in tutta la sua grande vita.
Insegnando anche a noi che l'abbiamo amato a "(...) raccontare storie ai
bambini, cioè aiutarli a crescere, aiutarli a imparare a vivere. Vivere e crescere.
Non sopravvivere, non trascinarsi; non: adeguarsi all’esserci consentendo
comunque. Vivere e crescere - e cambiare quindi (…). Allora però è necessario
che dietro il raccontare, prima del raccontare, ci sia qualcosa di enorme, come
il senso stesso della propria esistenza. Una passione vera, almeno, che muova e
accompagni - che perseguiti forse; che non lasci respiro al respiro affannoso,
all’arrancare, e che aliti invece il proprio respiro ampio. Si può chiamare
amore, dolore, Dio - ognuno ha la propria storia - non è il nome che conta,
quel che è essenziale è che la rivelazione ci sia e sia mantenuta viva e
alimentata: con passione, con disponibilità a stupirsi e a rinnovare lo
stupore".
Pubblicato per la prima volta nel 1722 il romanzo di
De Foe detiene probabilmente ancora il
record di lunghezza di titolo – sottotitolo: Le fortune e sfortune della famosa Moll Flanders, ecc. Che
nacque a Newgate, e durante una vita di continui cambiamenti per una sessantina
d'anni dopo l'infanzia, fu per dodici anni prostituta, cinque volte moglie
(compresa una volta con suo fratello), dodici anni ladra, otto anni delinquente
deportata in Virginia; alla fine divenne ricca, visse onestamente e morì
pentita. Trascritto dalle sue memorie. Si propone qui un
breve brano dedicato a una maestra volontaria, per solidarietà e per fede,
che aveva una piccola scuola e "sapeva vivere".
Quarantaquattresima settimana
Delitti esemplari Max Aub Sellerio
Nel 1958 Max Aub, scrittore spagnolo nato a Parigi
nel 1903 e vissuto per gran parte della sua vita in Messico, diede alle stampe
la biografia artistica di un pittore contemporaneo di Picasso, Jusep Torres
Campalans, che incontrò un vasto consenso di pubblico e critica, senza che
nessuno per molto tempo si rendesse conto che si trattava di un personaggio
inventato, lui e le sue presunte opere, di sana pianta. Anarchico, surrealista,
amante del paradosso e della beffa, Aub pubblicò nel 1957, in sole 500 copie,
il volume Delitti esemplari, da cui è tratta la brevissima
"confessione" che qui si propone senza alcuna istruzione per l'uso:
salvo la consapevolezza che questo Maestro Non Esemplare è anch'esso figlio di
un esperimento letterario tutto giocato, tra realtà e surrealtà, con l'ironia
atroce del giullare che per sua natura irride e saltimbanca.
Nel romanzo dal sapore vagamente autobiografico di
Renard il giovane François Lepic,
stretto tra una madre arida, un padre tiepido e il proprio bruttissimo
carattere, protesta sempre: in questa occasione contro due professori rei di
non avergli prestato abbastanza attenzione.
Quarantacinquesima settimana
Il dono di Asher Lev
Chaim Potok
Garzanti
In questo brano tratto da uno dei romanzi più
importanti del grandissimo scrittore newyorkese Chaim Potok, cantore dello
scontro tra tradizione e modernità nelle comunità ebraiche di origine europea,
assistiamo all'incontro tra una maestra di scuola che è quasi un'ombra in
disparte, e un Maestro che con qualche parola e qualche tratto alla lavagna
insegna la magia della pittura e del pensiero relativo, anche nel grande magma
del "racconto" religioso.
Christine Nostlinger, scrittrice austriaca
recentemente scomparsa, è nota per aver improntato tutta la opera rivolta ai
ragazzi su un anti autoritarismo tanto divertito quanto militante. In questo
brano l’adulto eterno antagonista dei ragazzi, impersonificato da un professore
che trema solo a vederne uno, si propone di creare una portentosa macchina che
condizioni le giovani generazioni alla buona educazione e ai sani principi. A
difendere il libero arbitrio interverranno ovviamente i nostri.
Quarantaseiesima settimana
David Copperfield
Charles Dickens Charles Dickens aveva una pessima idea dei maestri di scuola
e in particolare di quelli dello Yorkshire, «ignoranti e truffatori, avidi e indifferenti,
esseri sordidi e brutali (che) approfittano dell'idiozia dei genitori oltre che
dell'impotenza dei bambini». Padre tutore per elezione dell'infanzia
maltrattata nella Rivoluzione Industriale, Dickens non fu l'unico a
stigmatizzare i Maestri "con la bacchetta in mano". Ovvero quei
Maestri privi di ogni passione e "male intenzionati" che anche il
nostro Collodi, pur per altre suggestioni, come ricordava Giuseppe Pontremoli
in un articolo pubblicato nel 1992 sulla rivista Volontà, definiva in questo
modo: " (...) I pedagoghi e i maestri di scuola, queste macchie nere e
malinconiche che rattristano l'orizzonte sereno della prima
fanciullezza...".
Capolavoro
destinato a un percorso dolorosamente ricco d’inciampi, Penny Wirton e sua
madre venne terminato da Silvio d’Arzo nel 1948 e pubblicato postumo solo nel
1978, soprattutto a causa della sua radicale alterità ai conosciuti canoni
narrativi “nazionali”. Nel breve brano che qui si propone non si farà fatica a
cogliere nel Maestro supplente una figura squisitamente e inconfondibilmente stevensoniana.
Quarantasettesima settimana
Niente di nuovo sul fronte
occidentale
Erich Maria Remarque
Nella vasta antologia di cattivi maestri che la
narrativa del Novecento ha restituito sulla carta, il professor Kantorek di
Erich Maria Remarque che convince i suoi alunni ad arruolarsi volontari per
combattere nella Prima Guerra Mondiale, occupa un posto di tutto rilievo. Non
tanto per una malvagità appariscente e conclamata, essendo il nostro niente di
più che un ometto bigio e ligio alla morale comune e al proprio dovere, quanto
perché il Male di cui è placido e un po' bovino istigatore - ovvero il
militarismo, il nazionalismo e la volontà di potenza - fu il nucleo pulsante e
sotteso di una Weltanschauung che mise a ferro e a fuoco non una ma due volte
l'intera Europa. A causa di Niente di nuovo sul fronte occidentale, romanzo in
odore di autobiografia destinato a diventare un vero e proprio Manifesto contro
l'orrore e l'inutilità della guerra (nel 1933 i nazisti lo arsero sul rogo a
Berlino come libro "antipatriottico e degenerato"), a Erich Maria
Remarque venne tolta la cittadinanza del Terzo Reich.
Ogni epoca ed ogni paese ha avuto i suoi oggetti
proibiti da non portare mai a scuola,
pena rimproveri, sequestri e punizioni: nella storia destinata a diventare una
saga di culto per molte generazioni, non solo necessariamente di ragazze, l’oggetto
aborrito è l’innocuo lecca lecca: il cui contrabbando costa però alla giovane
Amy una buona serie di bacchettate da
parte dell’irreprensibil Professor Davis.
Quarantottesima settimana
Il buio oltre la siepe
Harper Lee Feltrinelli
Una
grande autrice recentemente scomparsa e il suo "quasi unico" libro: ove
si evince che le maestre dell'Alabama del Nord erano per i bambini
dell'Alabama del Sud più o meno "altra gente venuta dal nulla".
Percezione che a volte si coglie anche nelle nostre aule scolastiche.
È immensamente lontana dal Libro Cuore, dal suo
romanticismo e dalla sua spinta ideale positivista e socialista, la scuola
narrata da Elena Gianni Belotti da un punto di vista bambino, quello della
vittima che tutto vede ma niente ha la forza di impedire. Un microcosmo ambientato
nel ventennio, corrotto e corruttivo, che incita alla più feroce delle
selezioni, quella dettata dalla legge del branco, dove il più feroce di tutti,
il capo branco, e naturalmente la maestra.
Quarantanovesima settimana
Il maestro di Vigevano
Lucio Mastronardi
Così come le Maestre dell'Ottocento, nell'immaginario collettivo, erano spesso accompagnate dalla stigmate dell'avverso destino,
i Maestri, o almeno una parte di essi, soggiacevano invece a una
scarsissima considerazione dettata vuoi dallo scarso spessore
culturale, vuoi da una pavidità senza ritegni e senza limiti. Alberto
Sordi interpretò "magistralmente" questo ruolo nell'omonimo film
diretto da Elio Petri nel 1963.
La povera
maestra messa da Astrid Lindgren a far da comprimaria all’esilarante Pippi di
questo brano, è certamente una “povera” maestra: non per mancanza di volontà e
cattiva disposizione d’animo, ma solo perché del tutto inadeguata, almeno per
il momento, a far fronte all’anarchica esuberanza di una bambina libera come un
soffio di vento.
Cinquantesima settimana
Cuore
Edomondo De Amicis
I Maestri e le Maestre del capolavoro di De
Amicis, brutalmente quanto ingiustamente riappellato "Edmonde de'
Languori" in virtù della dichiarata propensione ad accarezzare
energicamente le corde della commozione, sono tutti calibrati su una
misura socialista e positivista: dato che già di per sé restituisce la
modernità di un'opera che ha avuto un'importanza straordinaria nel
conformarsi della scuola italiana post-risorgimentale.
Cinquantesima settimana intermezzo
Moby Dick
Herman Melville
Il Moby Dick di Melville esordisce con una
etimologia “fornita da un defunto maestro di scuola tubercolotico”, e prosegue
poi con il racconto di Ismaele, il quale ci confida che prima di diventare
testimone e narratore dell’irriducibile confronto tra Achab e la Balena Bianca,
era un maestro di scuola di campagna.
Cinquantunesima settimana
I miserabili
Victor Hugo
Nel
capolavoro del grande scrittore francese i Maestri di Queyras, maestri
nomadi per necessità, si differenziano l'uno dall'altro per le
penne infilate nel cappello.
Salvatore di
Giacomo, nato a Napoli nel 1860, è noto, più che per le sue novelle “nere”, per
i testi poetici che costituiscono ancor oggi parte viva della tradizione canora
popolare napoletana. Nel breve raccontato qui riportato dà vita a una delle più
classiche maestrine ottocentesche colpite come di consueto dalle stigmate della
malasorte.
Cinquantaduesima settimana
Jude lo scuro
Thomas Hardy
Ultimo
romanzo dello scrittore britannico, pubblicato nel 1895, Jude lo Scuro
incontrò inizialmente l'ostilità bigotta della critica vittoriana
e la feroce condanna della Chiesa locale, nella persona di un
vescovo che brucio pubblicamente l'opera ("forse per il dispetto di non
poter bruciare me in persona", scrisse più tardi Hardy"). Opera in
realtà costruita su solide basi moraleggianti, ci propone l'immagine di
un Maestro il cui esempio si radica profondamente nell'animo del
protagonista.
Cinquantaduesima settimana intermezzo
La guerra dei
bottoni
Louis
Pergaud
Anche
il libro autobiografico di Pergaud, così come I ragazzi della via Pal di Molnàr,
dovette subire l’accusa di essere un romanzo “guerrafondaio”, poiché basato
sulle vicende di due “bande” di ragazzi l’una contro l’altra “armati”. In
realtà, così come per il capolavoro ambientato a Budapest, anche il romanzo di
Pergaud si limita a raccontare frammenti della reale storia dell’infanzia, in
questo caso in piccolo villaggio francese.
Appendìce
Appendice primo
La buona terra
Pearl S. Buck
Mondadori
Nel romanzo più noto di Pearl Sydenstricker
Buck, Premio Nobel per la Letteratura nel 1938 e profonda conoscitrice della
civiltà agropastorale cinese del primo Novecento, un maestro accoglie nella sua
scuola i due figli del contadino Wan Lung, il maggiore e il minore, e prima
ancora di cominciare a insegnargli a leggere e a scrivere, li battezza con due
nuovi nomi, Nung En e Nung Wen: avendo la prima parola comune ad entrambi i
nomi il significato di “colui la cui ricchezza viene dalla terra”.
Appendice secondo
Cécile. Il futuro è per tutti
Marie-AudeMurail
Giunti
Cosa succede se l’Ordine Costituito decide che un’intera
famiglia di migranti “irregolari” deve essere espulsa dal Paese, compresi i
bambini e le bambine che frequentano la scuola? Nel bellissimo ed esilarante romanzo
di Marie-Aude Murail, succede che la Scuola, con la S maiuscola, perché animata
da Preside e Maestri e Maestre degni di tale nome, abbatte le proprie frontiere
e accoglie a casa propria coloro che altri vorrebbero cacciar via.
Appendice terzo
Le
anime morte
Gogol'
Inizialmente pensato come prima parte di un’opera di
grande respiro d’ispirazione dantesca, Le anime morte restò il singolo girone
infernale dove anche i servi della gleba deceduti (le anime morte per l’appunto)
costituiscono un’appetibile merce di scambio. In questo brano ci viene proposto un maestro la cui
fondamentale idiozia si rispecchia alla perfezione nella furbizia di Čìčikov,
diventandone complementare.
Appendice quarto
Il nostro comune
amico
Charles Dickens
Pubblicato nel
1864 in fascicoli, Il nostro comune amico ci ripropone non solo la pessima
opinione che Dickens aveva dei maestri in genere e di quelli anglossassoni in
particolare, ma anche la sua straordinaria visionarietà: al punto tale che la
caustica irrisione degli insegnanti ammalati di vuoto pedagogismo sembra ancora
oggi di stringente attualità.
Appendice quinto
Emma
Jane
Austen
Pubblicato
nel 1815 sulla scia di Ragione e Sentimento e Orgoglio e Pregiudizio,
Emma ci presenta una maestra sui generis
titolare di una scuola il cui primo compito era quello di fornire il
minimo
sindacale di buona educazione e di non eccelsa istruzione alle
“signorine”, evitando così che corressero "il pericolo di tornare a
casa prodigi”.
Appendice sesto
Tralummescuro
Francesco
Guccini
Giunti
Guccini, volteggiando di nuovo
con la memoria sulla quasi disabitata Pavana, villaggio toscano ormai
quasi disabitato, riporta in vita fisionomie e caratteri delle genti della sua
infanzia, tra cui due maestre di scuola. Una donna di origini sarde che non
conosceva una parola del dialetto locale ed era inflessibile “a pretendere
l’eloquio italiano, anche a bacchettate nei diti”, e una pistoiese in divisa
fascista che a forza di innumerevoli Feste degli Alberi, così come voleva il
Duce, saturava “il paese in ogni dove di conifere varie, cercando di
trasformarlo in villaggio tirolese”.
Appendice settimo
Gustave
Flaubert
Bouvard
e Pecuchet
Scritto
negli ultimi anni di vita dello scrittore e pubblicato postumo a dieci anni
dalla semaine sanglante che pose fine
all’esperienza della Comune di Parigi, il romanzo di presenta un Maestro traboccante
di indignazione ma con le stigmate dell’assoluta irrilevanza sociale: un povero
disgraziato nel senso letterale del termine.
Appendice ottavo
Le stagioni della vita
Hermann Hesse
Mondadori
Si può amare “un uomo anche quando lo si
ha come avversario, anche se è lunatico, ingiusto e terribile”? Herman Hesse
non ha dubbi a riguardo e sul filo della memoria ci restituisce la figura di un insegnante
integralmente votato al suo “mestiere”, laddove questo termine assume l’accezione
di irrinunciabile missione esistenziale.
Appendice nono
Lo
Cunto de li Cunti
Zezolla
o La gatta Cenerentola
Giambattista
Basile
Nella
fiaba originaria di Cenerentola – Zezolla, che Basile compose forse traendo
spunto dal greco Strabone, e che poi venne ripresa da Perrault e dai Grimm –, la
matrigna antagonista è la stessa “maestra”, di cucito e di ricamo, che consiglia
alla ragazza di liberarsi della nuova moglie del padre nel modo più sbrigativo
possibile.
Dallo scrittore britannico, M. R. James, affermato storico
e medievista nonché fine narratore di Ghost Stories, un insegnante di latino di nome Sampson – tipo robusto,
con la barba nera, un bell’uomo – che molto aveva viaggiato e molto si era
avvicinato a un destino non più eludibile.
Appendice undicesimo
Infanzia,
adolescenza, giovinezza
Tolstoj
Dalle
prime opere del grande scrittore russo (Infanzia venne pubblicato nel 1852, la
trilogia si completò nel 1857), il racconto di sapore autobiografico del primo
serio incontro con l’ingiustizia, incarnata nell’occasione in un professore di
latino che esercita sugli allievi un potere incondizionabile e assoluto.
Appendice dodicesimo
Jane
Eyre
Charlotte
Brontë
Tutto il romanzo della maggiore delle sorelle Brontë è attraversato
dalla contrapposizione tra una pedagogia violenta e oppressiva, e nella
tradizione letteraria ottocentesca anglosassone smodatamente sadica, e una
pedagogia del bene mirata essenzialmente al benessere dei più piccoli e al loro
riconoscimento come persone. In questo senso Jane Eyre è un’eroina non solo per
la sua ribellione di genere contro una padronanza maschile subita sin da
bambina, ma anche in virtù del suosapersi porre, Maestra, in incessante ascolto dell’infanzia.
Appendice tredicesimo
La
bottega dell'antiquario
Charles
Dickens
La piccola Nell e suo nonno, nel loro viaggio senza
alcuna speranza di salvezza e redenzione, incappano in un vecchio maestro di
scuola che apre loro la porta della sua casa, dove potranno sostare e osservare
la verga e la sferza, il berretto dell’asino, sentenze morali copiate in una
bella scrittura rotonda e una intera collezione “di trottole, palle, aquiloni,
lenze, palline, mele addentate, e altri oggetti confiscati ai monelli
disattenti”.
Appendice quattordicesimo
Ali Nere
Alberto Melis
Dal romanzo vincitore del Premio Andersen 2019 un maestro pavido che,
durante la Guerra Civil spagnola, non ha il coraggio di schierarsi né con los
fascistas né con i repubblicani e che per questo è stato soprannominato
Cinquenta Centavos.
Appendice quindicesimo
Ada Negri
La Cacciatora
Sellerio ed.
Ada Negri è stata uno dei personaggi più controversi
della prima metà del Novecento italiano. Inizialmente in odore di anarchismo e
di socialismo, diventa poi amica di Benito Mussolini e grazie all’adesione al
fascismo ottiene uno strabiliante e
precoce successo letterario. Peraltro non del tutto immeritato, così come
dimostra questo bel brano forse contaminato da un entusiasmo ideologico di
facciata, ma con ogni probabilità non troppo distante dalla sua esperienza di maestra a
Motta, dove nel 1888 ebbe una classe di 107 scatenatissimi alunni.
Un’insegnante stimola la discussione tra i suoi
ragazzi e le sue ragazze, a proposito dei loro rapporti con gli “handicappati”,
termine non ancora posto nel dimenticatoio delle accezione negative, e spiega
loro la derivazione anglossassone del termine, hand in cap, letteralmente “mano nel cappello”, sinonimo di
stabilito svantaggio nelle corse dei cavalli.
Appendice diciassettesimo
Mastrangelina
Corrado Alvaro
Bompiani
Il secondo romanzo, pubblicato postumo, del ciclo Memorie del mondo sommerso, ci presenta un professore, direttore di
un disastrato Convitto, piccolo, dai capelli bianchi che non possiede neppure
una giacca nuova. Forse per questo a volte lo scambiano per un cameriere.
Appendice diciottesimo
I
turbamenti del giovane Törless
Musil
Dal grandissimo romanzo dello scrittore austriaco
uno dei primi e sofferti disvelamenti del giovane Törless, che vede precipitare, anche se
ancora non in piena coscienza, il velo dietro al quale il suo insegnante di
matematica pareva serbare la propria grandezza: che grandezza non è, ma
solo mediocre dimenarsi di una umanissima e goffa insufficienza.
Appendice diciannovesimo
Lo
Jefes
di
Mario
Vargas Llosa
Pubblicato
nel 1957 su una rivista, Los Jefes è l’opera prima del grande scrittore
peruviano, con la quale ricorda un episodio realmente accaduto e un tristissimo
personaggio, il preside Ferrufino, che spadroneggia nella sua scuola con una volontà
di prevaricazione inversamente proporzionale alla sua statura.
Appendice ventesimo
Gli
anni della nostalgia
Kenzaburo
Oe
Garzanti
In un romanzo complesso e stratificato
interamente giocato sulla volontà di riannodare i fili della memoria, Kenzaburo
Oe ricostruisce il clima ideologicamente folle che nutrì il Giappone sino a
Hiroshima: in un’aula una maestra e un direttore pretendono che gli alunni
recitino la loro promessa di harakiri, e chi non è abbastanza pronto alla
risposta ne subisce le conseguenze.
Appendice ventunesimo
Diario
di scuola
Pennac,
Daniel
Feltrinelli
Editore
Cosa
può inventarsi un anziano professore per tirare fuori dalle secche un alunno
che a scuola non c’è e non c’è mai stato con la testa? Forse commissionargli un
intero romanzo, senza poter immaginare che un giorno il giovane Pennacchioni sarebbe
diventato un grandissimo scrittore.
Appendice ventiduesimo
Memorie di un
rivoluzionario
Pëtr Alekseevic Kropotkin
In questo
interessantissimo brano l’aristocratico Kropotkin, che fu filosofo, geografo e
zoologo ma che viene ricordato soprattutto per la sua incessante attività
politica di ideologo e militante anarco – comunista, racconta le violente
dinamiche da caserma in un convitto retto da un alter ego del direttore
chiamato “Il colonnello”.
Appendice ventitreesimo
Una strana primavera
di Angelo Petrosino
Nel
racconto dello scrittore per ragazzi pugliese il racconto dell’innamoramento di
un bambino per la sua maestra.
Appendice ventiquattresimo
I
figli della mezzanotte
Salman
Rushdie
Mondadori
Inserito
da Le Monde nella lista dei 100 migliori romanzi del ‘900, ci presenta un
maestro orco, “Pagal-Zagal, matto Zagallo”, che rinnegando la propria origine
indiana nutre dentro di se una rabbia tanto incontenibile da sfociare nella
ferocia. A farne le spese è il bambino protagonista della storia, un bambino
speciale, che però nulla può contro Matto Zagallo.
Appendice venticinquesimo
Come
Checco detto finocchio si salvò
Marco
Tomatis e Loredana Frescura
Fanucci
ed.
Nella
bellissima, coraggiosa ed esilarante storia di Tomatis e Frescura, un Preside
come ce ne sono pochi e ce ne vorrebbero tanti, che si prende cura dei suoi
ragazzi integralmente e col cuore in mano, anche a costo di uscire di casa la
notte travestito da writer e con le bombolette di vernice spray nascoste nella
felpa.
Appendice ventiseiesimo
Un cielo dipinto di blu
Jean Ure
E.Elle
Nella storia di Becky Banaras, alias Banana, ragazzina
leucemica che contrasta la malattia cercando di vivere il più intensamente
possibile, la professoressa Rowe non è lo spauracchio di cui parlano le sue
compagne, piuttosto una persona “normale” con una sensibilità che non sempre
riesce a nascondere agli altri.
Appendice ventisettesimo
Il gran Michu
Émile Édouard
Charles Antoine Zola
Apparso in Italia nella raccolta Nuove storielle a
Ninetta, il racconto di Zola ci presenta un maestrucolo senza volto e senza
nome che prima irride alla Repubblica e poi beffeggia il Gran Michu e i suoi
amici in sciopero della fame, sino a quando un “tondo” ricolmo di baccalà non
lo centra sulla schiena mentre è in fuga.
Appendice ventottesimo
Sotto
la pelle
Doris
Lessing
Feltrinelli
Dal
Premio Nobel per la letteratura nel 2007 un brano autobiografico tratto da Under my skin, che racconta di una
scuola nelle campagne di Salisbury che è quasi un eden, retta da una direttrice,
Mrs James, non propriamente in sintonia con la fascinazione che incanta i
bambini.
Appendice ventinovesimo
L’ultimo
arrivato
Marco
Balzano
Sellerio
Maestro Vincenzo parla di un uomo che si
chiamava Giangiacomo Russò e che era un pensatore, suscitando così le
riflessioni dei piciriddi: “secondo il mio compagno di banco significava uno
molto intelligente e che la sa lunga, mentre secondo Peppino indicava uno che
il mattino si alza e non tiene una minchia da fare.”
Appendice trentesimo
Ehi Prof!
Frank McCourt
Questo
divertente brano autobiografico di Frank McCourt ricorda in qualche modo il primo giorno da maestro di scuola
di Giovanni Mosca, che conquistò i suoi scatenatissimi alunni centrando un insetto con una
fionda improvvisata: qui sarà invece uno strabordante panino di una
mamma italiana, a fare il miracolo.
Appendice trentunesimo
Carrie
Stephen
King
Bombiani
Nel romanzo d’esordio di King, che poi
sostenne di aver faticato tantissimo a scrivere una storia che è stata
considerata per molto tempo “troppo” sopra le righe, un genitore che trasuda arroganza
e presunzione di onnipotenza, e un Preside che gli si oppone con la forza di
una ragionevolezza che pure non basterà a cambiare il corso degli eventi.
Appendice trentaduesimo
Le
sorelle Materassi
Aldo
Palazzeschi
Pubblicato
da Vallecchi nel 1934, ma giunto a stesura definitiva solo trent'anni
più tardi, il romanzo di Palazzeschi ci propone un'anziana direttrice
che tesse le lodi di una brava maestra, che si distingueva dalle mediocri perché amava lavorare "sempre coi maschi e nelle classi alte: la quinta,
come facevo io, come me!"
Appendice trentatreesimo
Vino
e pane
Ignazio
Silone
Secondo romanzo di Silone, di incerto respiro autobiografico, ci presenta una maestra ligia alle direttive del partito fascista,
che non riuscendo a spuntarla con la refrattarietà dei "cafoni"
maleodoranti sudore e povertà, dà ogni colpa, certa di non sbagliare, ai
comunisti che "si
riuniscono di notte, nelle fogne della città. Per diventare comunisti bisogna
calpestare il Santo Crocifisso, sputargli in faccia e promettere di mangiare
carne il Venerdì Santo".
Appendice trentaquattresimo
Il
maestro magro
Gian
Antonio Stella
Osto, un maestro
magro, ovvero uno di quei disgraziati ai quali lo Stato passava un misero
stipendio a patto che raccattassero uno per uno gli adulti da alfabetizzare in
una scuola serale, prende qui le difese di cinquantatre ragazzini che per un
giorno avevano dissotterrato l’ascia di guerra contro la loro insegnante.
Appendice trentacinquesimo
Le
parrocchie di Regalpetra
Leonardo
Sciascia
Che
lo scrittore siciliano sia stato un pessimo insegnante, lo riconobbe
persino lui. Ma anche non l'avesse riconosciuto basterebbero queste
pagine sconcertanti per decretare la sua appartenenza a quella vasta
schiera
di maestri per caso, cinici, insoddisfatti e lamentosi del proprio
ruolo e dei propri alunni. I quali più difficili sono, è sempre
stato così, più sono capaci di fiutare al volo chi prova per loro solo
disprezzo: comportandosi di conseguenza.
Appendice trentaseiesimo
Don Camillo
Giovanni Guareschi
In
uno dei brani più esemplari della saga di Brescello, dove le due anime
popolari del dopogerra si scontrano e si confondono scambiandosi non di
rado i ruoli, Peppone e Don Camillo danno il meglio di loro stessi
ossequiando gli ultimi voleri della vecchia maestra: espisodio poi
magistralmente portato sul grtande schermo da Gino Cervi e Fernandel.
Appendice trentasettesimo
Swami e i suoi amici
R. K. Narayan
Giunti
Un
serrato dialogo nell'ultima ora di lezione oppone Swami al suo
insegnante di religione, che dopo aver deriso gli idoli e Krishna tesse
le lodi sperticate del cristianesimo mapo si comporta in modo demoniaco.
Appendice trentottesimo
Rory & Ita
Roddy Doyle
Guanda
Dalla
magica mano di Roddy Doyle le memorie dei suoi genitori, che qui si soffermano
su un maestro, il signor Manning, che “insegnava a sei classi, dalla prima alla
sesta, tutte nella stessa stanza e tutte lo stesso giorno”.
Appendice trentanovesimo
Il fantasma dell’isola di casa
Aquilino
Piemme
(…)
"La zia Claretta, purtroppo,
di mestiere fa la maestra": in poche righe fulminanti Aquilino ci
restituisce tutta la pretesa superiorità di chi manovra le leve del
potere economico nei confronti dei poveri insegnanti. Meno male che la zia Claretta ha le spalle larghe.
Appendice quarantesimo
La
brughiera
Thomas
Hardy
Nel
quale un giovane commerciante di preziosi abbandona Parigi e il proprio
mestiere per tornare dove è nato, nell'aspra brughiera
inglese, dove spera di poter aprire una scuola e diventare Maestro, per
portare luce e progresso tra i poveri.
Appendice quarantunesimo
Tom
Jones
Henry
Fielding
Romanzo di vago
sapore picaresco pubblicato nel 1749, ci presenta un maestro tanto modesto
quanto sfortunato, avendo pochi alunni, molta povertà e "una moglie convinta
seguace della nobile setta fondata anticamente da Santippe".
Appendice quarantaduesimo
Il Circolo Pickwick
Charles Dickens
Dal romanzo d’esordio di Dickens l’esilarante racconto di come il
maestro Pipkin si innamorò della giovane Maria Lobbs e poi divenne testimone
delle sue nozze e indefesso compagno di pipa di suo padre, il vecchio bestemmiatore Lobbs.
Appendice quarantatreesimo
Il demone meschino
Fëdor Sologub
Considerato uno dei migliori romanzi della letteratura russa, ci racconta di un professore, Ardaliòn Borìsyc Peredònov, talmente ossessionato dall'ambizione di far carriera da spingersi sino alle calunnie, prima di perdersi definitivamente.
Appendice quarantaquattresimo
Il maestro di scuola del villaggio
Franz Kafka
Racconto incompiuto pubblicato postumo nella raccolta Durante la costruzione della muraglia cinese nel 1931,
racconta le vicenda di un vecchio maestro di scuola che si dedica con
tutte le sue forze e aspirazioni a un libro scritto da lui medesimo
sull'apparizione di una talpa gigante. Storia squisitamente kafkiana, direbbe Monsieur De La Palisse.
Appendice quarantacinquesimo
Diario
Anne Frank
Il
professor
Keesing, vecchio insegnante di matematica, è il protagonista di questo
breve brano tratto dal Diario, un uomo verso cui Anne nutriva palese
ammirazione e rispetto.
Appendice quarantaseiesimo
Fino
a quando la mia stella brillerà
Daniela
Palumbo
Piemme
Daniela Palumbo, nel raccontarci le straordinarie
memorie di Liliana Segre, riporta l’episodio dell’espulsione dell’allora bambina
e la figura di una insegnante, la maestra Cesarina, che merita anch’essa di
entrare nella Storia: per la sua gretta e “grigia” indifferenza verso le
ragioni dei più deboli e perseguitati.
Appendice quarantasettesimo
Le mille e una notte
Un insegnante imbecille, uno analfabeta, uno autolesionista: la più
celebre raccolta di novelline orientali restituisce una stima pari a
zero nei confronti dei maestri di scuola.
Appendice quarantottesimo
Gargantua
e Pantagruele
François
Rabelais
Chiamato
a fare scuola a Gargantua è Mastro
Thubal Holoferne, il quale gli "imparò l’alfabeto cosí bene che il
bambino
sapeva dirlo a memoria anche a rovescio". Gli insegnò poi il Donato, il
Faceto, il Teodoleto, Alanus in Parabolis, il De modis significandi,
coi commenti di Scopavento,
Facchino, Buonanulla, Galeotto, Gian di Bue, e del Billonius e del
Fregnacciandus. Infine il Composito e poi, ci racconta Rabelais, morì
nel "mille e quattrocento e venti, perché gli venne al cazzo un
accidenti".
Appendice quarantanovesimo
Storia
di una vita
Aharon
Appelfeld
“Non
abbiamo visto Dio nei campi ma vi abbiamo visto dei giusti”, ha affermato
Aharon Appelfeld, che in questa straordinaria resa dei conti con la sua
personale memoria – in cui oggettività e rivisitazione sono due fattori
complementari – ci racconta del maestro Gustav Gutzmann, che un giorno condusse
i suoi bambini ciechi ai vagoni della morte.
Appendice cinquantesimo
Margherita
Dolcevita
Stefano
Benni
C’è sempre
qualcosa di tragicamente esaustivo nei modi in cui un’insegnante, in questo caso
la professoressa Manson, docente di matematica, tappa la bocca a un alunno, con
una sorta di formula malignamente magica: “smetti-o-ti-do-due!”
Appendice cinquantunesimo
L'insegnante
Michal
Ben-Naftali
Mondadori
Elsa Weiss era
un’insegnante d’inglese in una scuola di Tel Aviv, che un giorno si tolse la
vita. Quella che un tempo fu una delle sue alunne, Michal Ben-Naftali, prova a
ricostruire la storia delle sue sofferenze, le cui radici affondavano nei lager
nazisti.
Appendice cinquantaduesimo
Le
linee d’ombra
Amitav
Ghosh
Neri
Pozza
Considerato
oggi il maggior scrittore indiano di lingua inglese, capace di intrecciare le
mille conradiane linee d’ombra che tessono un fitto ordito tra occidente e
mondo asiatico, Gosh ci propone qui un’insegnante che tenta di mantenere il
chiasso della realtà fuori dalla sua aula, inutilmente.