Verità su
una maestrina
Giorgio Scerbanenco
Fu solo verso la fine della
lezione che una ragazzina del secondo banco, la più alta, si alzò in piedi, e
con voce incerta, timida, da ottenne, eppure come impositiva, domandò: - Perché
la nostra signorina maestra, la signorina Rossana, non è venuta? Perché è
venuta lei?
La supplente, la signorina maestra Aureliana Bassi guardò negli occhi la
bambina, e tutte le altre, e sentiva che la stessa domanda gliela rivolgevano
tutte le sedici bambine, forse.
Fu tentata di rispondere: "Perché ha l'influenza", ma la sua fantasia
di maestrina ventenne e la sua commozione, ebbero il sopravvento.
- Perché si è sposata - rispose.
La ragazzina alta, sensitiva ma energica, disse: - Se andava a sposarsi ce lo
avrebbe detto.
- Non poteva dirlo - spiegò paziente, inventando, la giovane supplente, e con
quel fondo di pianto in gola, guardando tutti quei visi di bambine all'alba
della vita, - ha dovuto nasconderlo a tutti perché i suoi genitori non
volevano. Allora, d'improvviso, è andata via col suo fidanzato e questa mattina
si sono sposati -.
Lo raccontò come una favola, cercando di rimandare indietro quel conato di
pianto.
- Si sono sposati a Roma, e sono andati a vedere il Colosseo, questa mattina
avete visto alla televisione il Colosseo, ecco, sono andati lì.
Anche le bambine della seconda elementare sono sensibili alle storie di amore
contrastato, e le capiscono benissimo.
Nel frusciante, piacevole rumore di pioggia di primavera che veniva dal cortile
della scuola, la supplente arricchì di particolari adatti all'infantile
immaginazione la storia della maestrina e del suo sposo: le bambine amavano
moltissimo - l'aveva subito capito - la loro maestra Rossana e lei voleva che
ne avessero l'immagine migliore.
- E quando torna a scuola? - domandò un'altra ragazzina.
- Ci vuole un po' di tempo, bambine - disse la supplente, - adesso deve
preparare tutta la casa, perché gli sposi si fanno una casa nuova, tutta per
loro - spiegò, finché la campanella della fine della lezione non la salvò e la
bidella entrò per aiutare le bambine a incolonnarsi e a uscire.
- Non è vero -.
In quarta fila, quella bambina brunetta e olivastra, senza alzarsi, con un
pesante accento milanese, aveva quasi gridato. - Ha raccontato tutte storie.
Non si sono sposati. Dovevano sposarsi, poi invece lui se ne è andato con
un'altra, e allora la signorina Rossana si è asfissiata col gas. Papà me l'ha
fatto vedere ieri sera sul giornale, mi ha detto: "Ma questa non è la tua
signorina maestra?", e io ho visto la fotografia e ho detto: "Sì, è
la mia signorina maestra", e allora ho letto anch'io la storia sul
giornale.
- Stai zitta, Mirella - disse amara la supplente, stringendo i denti per non
piangere.
Aveva tentato di coprire con un fantasioso velo rosa la verità, ma non vi era
riuscita.
- Stai zitta, basta.
- Ha aperto il gas e si è ammazzata. C'era sul giornale - insisté la brunetta.
- Mettetevi in colonna, bambine - disse la bidella.
La ragazzina alta, che aveva fatto la prima domanda, si mise in colonna, le
labbra, il mento, le tremavano.
- E vero? - ripeteva. - E vero?
- In colonna, bambine - disse la bidella.
|
|