Lettera a una professoressa
Don Lorenzo Milani
(...) A giugno
del terzo anno di Barbiana mi presentai alla licenza media come privatista. Il
tema fu: "Parlano le carrozze ferroviarie". A Barbiana avevo imparato
che le regole dello scrivere sono: aver qualcosa di importante da dire che sia
utile a tutti o a molti. Sapere a chi si scrive.
Raccogliere tutto quello ci serve. Trovare una logica su cui ordinarlo.
Eliminare ogni parola che non serve. Eliminare ogni parola che non usiamo
parlando. Non porsi limiti di tempo...
...Ma davanti a quel tema che me ne facevo delle regole umili e sane dell'arte
di tutti i tempi? Se volevo essere onesto dovevo lasciare la pagina in bianco.
Oppure criticare il tema e chi me l'aveva dato. Ma avevo quattordici anni e
venivo dai monti. Per andar alle magistrali mi ci voleva la licenza. Quel
fogliuccio era in mano a cinque o sei persone estranee alla mia vita e a quasi
tutto ciò che amavo e sapevo. Gente disattenta che teneva il coltello dalla
parte del manico.
Mi provai dunque a scrivere come volete voi. Posso ben credere che non ci
riuscii. Certo scorrevano meglio gli scritti dei vostri signorini esperti nel
frigger aria e nel rifrigger luoghi comuni. Il compito di francese era un
concentrato di eccezioni. Gli esami vanno aboliti. Ma se li fate, siate almeno
leali. Le difficoltà vanno messe in percentuale di quelle della vita. Se le
mettete più frequenti avete la mania del trabocchetto.
Come se foste in guerra coi ragazzi. Chi ve lo fa fare? Il loro bene? Il loro
bene no. Passò con nove un ragazzo che in Francia non saprebbe chiedere nemmeno
del gabinetto. Sapeva solo chiedere gufi, ciottoli e ventagli sia al plurale
che al singolare. Avrà saputo in tutto duecento vocaboli e scelti col metro di
essere eccezioni, non di essere frequenti.
Il risultato è che odiava anche il francese come si potrebbe odiare la matematica...
IL problema di geometria faceva pensare a una scultura della Biennale:
Un solido è
formato
da una semisfera sovrapposta
a un cilindro
la cui superficie
è tre settimi di quella...-
Non esiste uno
strumento che misuri le superfici. Dunque nella vita non può accadere mai di
conoscere le superfici e non le dimensioni. Un problema così può nascere solo
nella mente di un malato. Nella Nuova Media queste cose non si vedranno più.
I problemi partiranno "da considerazioni di carattere concreto"
Difatti la Carla quest'anno alla licenza ha avuto un problema moderno a base di
Caldaie: "Una caldaia ha la forma di una semisfera sovrapposta ..."
E di nuovo si parte dalle superfici. Meglio un professore all'antica, d'uno che
crede di essere moderno perché ha cambiato le etichette.
Il nostro era all'antica.
Fra l'altro gli successe che nessuno dei suoi ragazzi riuscì a risolvere il
problema. Dei nostri se la cavarono due su quattro. Risultato: ventisei
bocciati su ventotto.
Lui raccontava in giro che gli era toccata una classe di cretini. (...)