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Lunario dei giorni di scuola


Appendice quarantacinquesimo

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 Diario

Anne Frank

 

 Il professor Keesing, vecchio saggio matematico, per un po’ è stato arrabbiato con me perché chiacchieravo troppo. Ha continuato a rimproverarmi e alla fine per punizione mi ha dato da fare un compito in più. Devo fare un tema dal titolo “Una chiacchierona”.
Cosa si può mai scrivere di una chiacchierona? Ci avrei pensato più tardi. Ho scritto il compito sul diario e poi l’ho ficcato nella cartella, ho cercato di stare tranquilla. La sera, dopo aver terminato tutti gli altri compiti, ho notato il titolo del tema. Comincio a pensarci succhiando il fondo della stilografica. Chiunque avrebbe potuto scrivere le solite sciocchezze con una calligrafia il più possibile larga per occupare più spazio, ma riuscire a trovare validi motivi per spiegare che è indispensabile parlare, non è da tutti.
Ho pensato a lungo e finalmente mi è venuta in mente una cosa originale, ho riempito le mie tre paginette e ho finito. Per difendere la mia posizione ho scritto che parlare è tipico delle donne, che avrei fatto di tutto per cercare di limitarmi, ma che di sicuro non potrò mai disimparare a farlo. Mia madre parla quanto me, forse di più, e contro le questioni ereditarie c’è poco da fare.
Keesing ha riso molto per le mie giustificazioni, ma dato che poi alla lezione successiva ho continuato a parlare mi ha rifilato un altro tema. Questa volta s’intitolava: “Una chiacchierona incorreggibile”. Ho consegnato anche questo e per due lezioni non ha avuto più niente di cui lamentarsi.
Alla terza occasione però si è arrabbiato di nuovo. «Anne Frank, per punizione farai un tema dal titolo “Qua, qua, qua dice la signora Starnazzina”». Tutti sono scoppiati a ridere. Anch’io non mi sono trattenuta, anche se avevo utilizzato tutti gli argomenti sul tema delle chiacchiere. Dovevo farmi venire in mente qualcosa d’altro, di originale. La mia amica Sanne, che è brava a scrivere poesie si è offerta di darmi una mano per scrivere il tema in rima.
Ero contenta. Keesing voleva prendermi in giro con quel titolo, ma io l’avrei preso in giro molto di più. E così abbiamo scritto una poesia fantastica! Raccontava di una coppia di cigni con tre piccoli che vengono uccisi a beccate dal padre perché starnazzavano troppo.
Per fortuna, Keesing è stato allo scherzo e ha letto e commentato la poesia nella nostra classe e anche nelle altre. Da quel momento mi lascia chiacchierare e non mi dà più compiti per punizione, anzi, adesso scherza sempre.

(...)




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