Diario
Anne Frank
Il professor
Keesing, vecchio saggio matematico, per un po’ è stato arrabbiato con me perché
chiacchieravo troppo. Ha continuato a rimproverarmi e alla fine per punizione
mi ha dato da fare un compito in più. Devo fare un tema dal titolo “Una
chiacchierona”.
Cosa si può mai scrivere di una chiacchierona? Ci avrei pensato
più tardi. Ho scritto il compito sul diario e poi l’ho ficcato nella cartella,
ho cercato di stare tranquilla. La sera, dopo aver terminato tutti gli altri
compiti, ho notato il titolo del tema. Comincio a pensarci succhiando il fondo
della stilografica. Chiunque avrebbe potuto scrivere le solite sciocchezze con
una calligrafia il più possibile larga per occupare più spazio, ma riuscire a
trovare validi motivi per spiegare che è indispensabile parlare, non è da
tutti.
Ho pensato a lungo e finalmente mi è venuta in mente una cosa originale,
ho riempito le mie tre paginette e ho finito. Per difendere la mia posizione ho
scritto che parlare è tipico delle donne, che avrei fatto di tutto per cercare
di limitarmi, ma che di sicuro non potrò mai disimparare a farlo. Mia madre
parla quanto me, forse di più, e contro le questioni ereditarie c’è poco da
fare.
Keesing ha riso molto per le mie giustificazioni, ma dato che poi alla
lezione successiva ho continuato a parlare mi ha rifilato un altro tema. Questa
volta s’intitolava: “Una chiacchierona incorreggibile”. Ho consegnato anche
questo e per due lezioni non ha avuto più niente di cui lamentarsi.
Alla terza
occasione però si è arrabbiato di nuovo. «Anne Frank, per punizione farai un
tema dal titolo “Qua, qua, qua dice la signora Starnazzina”». Tutti sono
scoppiati a ridere. Anch’io non mi sono trattenuta, anche se avevo utilizzato
tutti gli argomenti sul tema delle chiacchiere. Dovevo farmi venire in mente
qualcosa d’altro, di originale. La mia amica Sanne, che è brava a scrivere
poesie si è offerta di darmi una mano per scrivere il tema in rima.
Ero
contenta. Keesing voleva prendermi in giro con quel titolo, ma io l’avrei preso
in giro molto di più. E così abbiamo scritto una poesia fantastica! Raccontava
di una coppia di cigni con tre piccoli che vengono uccisi a beccate dal padre
perché starnazzavano troppo.
Per fortuna, Keesing è stato allo scherzo e ha
letto e commentato la poesia nella nostra classe e anche nelle altre. Da quel
momento mi lascia chiacchierare e non mi dà più compiti per punizione, anzi,
adesso scherza sempre.
(...)
|
|