Emma Jane
Austen (...) Mrs. Goddard era maestra d'una scuola - non d'un
educandato, o d'un istituto, o di qualcosa che professasse, in lunghe frasi di
raffinata assurdità, di combinare un'istruzione liberale con una morale
elegante secondo nuovi principi e nuovi sistemi; e dove, pagando un'enorme
retta, le signorine potessero gradualmente perdere la salute e acquistar vanità
- ma d'un vero e proprio onesto convitto all'antica, in cui una ragionevole
quantità di cognizioni era venduta a un prezzo ragionevole, e dove si potevano
mandare le ragazze perché si levassero dai piedi e a forza di sgobbare si
conquistassero un po' d'istruzione, senza correre il pericolo di tornare a casa
prodigi. La scuola di Mrs. Goddard godeva alta stima e molto meritatamente
poiché Highbury era considerata un sito particolarmente salubre: Mrs. Goddard
aveva una casa e un giardino assai vasti, dava alle bambine un vitto sano e
abbondante, le faceva scorrazzare attorno un bel po' durante l'estate, e
nell'inverno medicava con le proprie mani i loro geloni. Nessuna meraviglia,
quindi, che una coda di venti coppie di giovinette le andasse ora dietro in
chiesa. Era un tipo di donna materna, senza bellezza, che aveva lavorato
indefessamente da giovane, e ora riteneva di potersi concedere di tanto in
tanto la vacanza d'una visita all'ora del tè; ed essendo stata in passato molto
obbligata alla bontà di Mr. Woodhouse, sentiva che egli aveva uno speciale diritto
a chiederle di lasciare ogni volta che poteva il suo lindo salottino dalle
pareti decorate di punti a croce, per andare a vincere o a perdere poche
monetine da sei denari presso il suo focolare. |