frecciaintermezzo19

Lunario dei giorni di scuola


Diciannovesima settimana intermezzo

INTERMEZZO19


I fratelli Karamazov
Fiodor Dostojewskij

 

(...)All'ora convenuta Kolja si sdraiò fra i binari. Gli altri cinque che avevano accettato la scommessa, con il fiato sospeso - ma verso la fine, ormai terrorizzati e pieni di rimorso - aspettavano ai piedi della scarpata, fra i cespugli.
Finalmente si udì il fragore del treno in lontananza che si allontanava dalla stazione. Dall'oscurità spuntarono scintillanti due fanali rossi, il mostro si avvicinava sferragliando. Corri, corri via dai binari!, gridarono i ragazzacci dai cespugli, atterriti, ma era troppo tardi: il treno piombò lì in un attimo e saettò via di gran carriera.
I ragazzacci si precipitarono da Kolja: questi giaceva immobile. Cominciarono a tirarlo, a sollevarlo. Ad un tratto Kolja si alzò e scese dalla scarpata senza dire una parola. Giunto di sotto, dichiarò di aver finto di essere svenuto, per farli spaventare, ma la verità era che aveva davvero perduto i sensi, come confessò in seguito, molto tempo dopo, alla sua mamma. In questo modo, la sua fama di "temerario" si consolidò una volta per tutte. Tornò a casa dalla stazione pallido come un cencio. Il giorno seguente si ammalò di una leggera febbre nervosa, ma di umore era incredibilmente allegro, contento e soddisfatto. Non si venne a sapere subito dell'incidente, ma quando tornarono in città la notizia fece il giro della scuola e raggiunse l'orecchio dei superiori. Ma a quel punto la mammina di Kolja si precipitò a supplicare l'indulgenza dei superiori per il suo ragazzo e andò a finire che lo stimato e influente insegnante Dardanelov prese le sue parti, intercedette per lui, e la faccenda fu ignorata come se non fosse mai accaduta.
Questo Dardanelov, uno scapolo ancora giovane, era appassionatamente innamorato della signora Krasotkina, da molti anni ormai, e già una volta, circa un anno addietro, si era arrischiato, nella maniera più rispettosa e tremando di paura e delicatezza, a chiederle la mano, ma lei aveva rifiutato seccamente, ritenendo che accettare la sua proposta sarebbe equivalso a tradire il suo ragazzo, anche se Dardanelov, in base a qualche misterioso sintomo, forse avrebbe avuto un certo diritto di sognare di non essere completamente sgradito all'incantevole, ma troppo pudica e gracile vedovella. La folle birichinata di Kolja sembrava aver rotto il ghiaccio e a Dardanelov, in cambio della sua intercessione, fu concesso un barlume di speranza - in verità un barlume molto fioco - ma anche Dardanelov era un campione di purezza e delicatezza e quindi quel barlume gli bastò a renderlo perfettamente felice, per il momento.
Egli voleva bene al ragazzo, anche se trovava umiliante cercare di ingraziarselo, quindi con lui, a lezione, era esigente e severo. Ma anche Kolja da parte sua lo teneva a rispettosa distanza: (...) tutti i suoi compagni erano fermamente convinti che in storia universale Kolja fosse così preparato da "battere" anche Dardanelov. Infatti, Kolja una volta gli aveva posto la domanda: "Chi fondò Troia?", al che Dardanelov aveva risposto vagamente parlando di popoli, dei loro spostamenti, delle trasmigrazioni, della remotezza dei tempi, della mitologia, ma non riuscì a rispondere esattamente alla domanda su chi effettivamente avesse fondato Troia, cioè proprio quali persone, anzi, chissà perché, considerava la domanda oziosa e inconsistente. Ma i ragazzi restarono nella convinzione che Dardanelov non sapesse chi aveva fondato Troia. (...)

 




















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