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Lunario dei giorni di scuola


Appendice trentunesimo

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Carrie

Stephen King

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Henry Grayle, il preside della scuola superiore Thomas Ewen, l’aveva aspettato per tutta la settimana, ma il padre di Chris Hargensen non si fece vedere fino a venerdì, il giorno dopo che Chris aveva bigiato l’ora di punizione con la terribile Miss Desjardin. “Sì, Miss Fish?” chiese Grayle al citofono in tono formale, sebbene potesse vedere attraverso la porta a vetri l’uomo che aspettava nell’ufficio esterno, e conoscesse bene la sua faccia dalle fotografie dei giornali locali. “John Hargensen la vuole vedere, signor Grayle.” “Lo faccia entrare, per piacere.” Maledizione, Fish, deve proprio usare quel tono reverente? Grayle, quando era nervoso o assorto, aveva il vizio irriducibile di piegare graffette, sminuzzare tovagliolini, fare orecchie ai fogli di carta.
Per John Hargensen, l’astro legale della città, preparò le munizioni pesanti: posò un’intera scatola di graffette di grosso formato al centro della scrivania. Hargensen era un uomo alto e imponente, con le movenze disinvolte e quel tipo di fisionomia mobile e sicura di chi si sente al disopra del gioco guardingo dei comuni rapporti umani. Indossava un impeccabile vestito scuro, leggermente screziato di verde e oro, che svergognava l’abito preconfezionato di Grayle. La sua valigetta era sottile, di vera pelle, con borchie di lucente acciaio inossidabile. Il sorriso era perfetto, pieno di denti incapsulati: un sorriso che faceva sciogliere come burro al sole i cuori dei membri femminili delle giurie. La sua stretta di mano era di prima categoria: ferma, cordiale, lunga.
“Buongiorno, signor Grayle. È da un po’ che volevo vederla.” “Sono sempre felice di incontrare dei genitori che si interessano alla scuola,” disse Grayle con un sorriso asciutto. “Naturalmente.” Hargensen sorrise. “Immagino che lei sia molto occupato, e io devo essere in tribunale tra quarantacinque minuti. Possiamo arrivare subito al punto?” “Sicuro.” Grayle pescò nella sua scatola di graffette e cominciò a giocherellare con la prima. “Ho l’impressione che lei sia qui per via della misura disciplinare che è stata presa nei confronti di sua figlia Christine. Lei dovrebbe essere a conoscenza del fatto che in questo campo la politica della scuola è molto rigida. Lei stesso, come persona che si occupa del funzionamento della giustizia, capirà che non si possono fare eccezioni alle regole, o...” Hargensen agitò la mano con impazienza. “Mi pare che ci sia un malinteso, signor Grayle. Io sono qui perché l’insegnante di ginnastica, Miss Rita Desjardin, ha alzato le mani su mia figlia. E ha usato con lei un linguaggio ingiurioso, purtroppo. Mi pare che il termine che Miss Desjardin ha usato sia ‘stronzata’.”
Grayle inspirò profondamente. “Miss Desjardin è stata rimproverata.” Il sorriso di Hargensen si raffreddò di una trentina di gradi. “Temo che un rimprovero non sia sufficiente. Mi pare che questo sia il primo anno d’insegnamento di questa, ehm, signora?” “Sì, ed è stato soddisfacente da ogni punto di vista.” “Evidentemente la sua definizione di ‘soddisfacente da ogni punto di vista’ include il mandare gli studenti a sbattere contro gli armadi e usare un linguaggio da carrettiere?” Grayle parò il colpo di fianco. “Come avvocato, lei deve sapere che in questo stato le scuole hanno il diritto di agire in loco parentis: nelle ore di scuola, noi ci sostituiamo ai genitori nell’esercizio di tutti i loro diritti. Se lei non ne è a conoscenza, le suggerisco di consultare... per esempio la causa tra il distretto scolastico di Monondock e Cranepool, o anche...” “Mi è noto il concetto,” disse Hargensen. “Ma so anche che né la causa che voi presidi amate tanto citare né altre riguardano neppure lontanamente le ingiurie fisiche o verbali. C’è, comunque, la causa tra il distretto scolastico n. 4 e David. Ne è a conoscenza?”
Grayle ne era a conoscenza. George Cramer, il vicepreside della scuola superiore del distretto scolastico n. 4, giocava spesso a poker con lui una volta. Ora George non giocava più a poker: lavorava per una compagnia di assicurazioni, dopo che aveva deciso di tagliare lui stesso i capelli a un ragazzo. Il distretto scolastico aveva pagato alla fine settemila dollari di risarcimento danni: circa mille dollari a sforbiciata. Grayle prese a lavorare su un’altra graffetta. “Non stiamo a citarci cause a vicenda, signor Grayle. Siamo uomini molto occupati. Non voglio discussioni spiacevoli. Non voglio pasticci. Mia figlia è a casa, e ci resterà anche lunedì e martedì. Con questo saranno completati i suoi tre giorni di sospensione. E siamo a posto.” Completò la frase con un gesto della mano. (To’, Fido, buono: guarda che bell’osso) “Ora le dico cosa voglio,” continuò Hargensen. “Primo, il biglietto del ballo per mia figlia; un ballo studentesco è molto importante per una ragazza, e Chris è molto sconvolta. Secondo, che non sia rinnovato il contratto a quella Desjardin: questo è per me personalmente. Credo che se volessi portare in tribunale il distretto scolastico, potrei uscirne sia col licenziamento dell’insegnante sia con un risarcimento danni. Ma non voglio essere vendicativo.” “Così, se io non acconsento alle sue richieste, l’alternativa è il tribunale?” “Penso che prima dovrebbe esserci un’udienza del Comitato Scolastico, ma solo come formalità. Comunque sì, il tribunale sarebbe il risultato finale. Una cosa spiacevole per lei.”
Un’altra graffetta. “Per ingiurie fisiche e verbali, giusto?” chiese Grayle. “In linea di massima.” “Signor Hargensen, lo sa che sua figlia e una decina di altre ragazze hanno tirato degli assorbenti igienici addosso a una ragazza che aveva le sue prime mestruazioni? Una ragazza che credeva di esser sul punto di morire dissanguata?” Hargensen aggrottò appena le ciglia, come se avesse sentito qualcuno parlare in una stanza lontana. “Non credo proprio che questa sua asserzione possa essere provata. Io sto parlando di fatti che...” “Non m’importa,” lo interruppe Grayle. “Non m’importa quello di cui sta parlando. Questa ragazza, Carrie White, è stata chiamata ‘stupida vacca’, le è stato detto di ‘tapparsela’, ed è stata oggetto di svariati gesti osceni. Non è venuta a scuola per tutta la settimana. Queste le sembrano, o no, ingiurie fisiche o verbali?” “Non ho intenzione,” rispose Hargensen, “di star qui ad ascoltare un cumulo di mezze verità o le sue conferenze da insegnante, signor Grayle. Conosco abbastanza bene mia figlia da...” “Ecco qui.” Grayle frugò nel cestino delle pratiche sulla sua scrivania e sbatté davanti a Hargensen un mazzo di foglietti rosa. “Dubito fortemente che lei conosca la figlia descritta da questi moduli, dubito che la conosca anche solo la metà di quel che pensa. Altrimenti avrebbe capito che era ormai ora di darle una regolata coi fiocchi. È ora che lei affronti la situazione, signor Hargensen, prima che sua figlia faccia danni peggiori.” “Lei non...” “Ewen, quattro anni,” lesse Grayle ignorandolo. “Test del quoziente d’intelligenza, centoquaranta. Profitto bassissimo. Settantaquattro punizioni. Ben venti di queste per aver molestato delle allieve deboli, minorate, le ultime ruote del carro. So che la cricca di Chris le chiama gli ‘scherzi della natura’. Lo trovano molto esilarante. Chris ha saltato cinquantuno di queste punizioni. Alla scuola superiore di Chamberlain ha avuto una sospensione per aver messo un petardo nella scarpa di una ragazza... la nota sul modulo dice che questa graziosa burla costò quasi due dita dei piedi a una ragazza di nome Irma Swope. Questa Swope ha il labbro leporino. Sto parlando di sua figlia, signor Hargensen. Queste cose non le dicono niente?” “Sì,” disse Hargensen alzandosi. Un leggero rossore si era soffuso sui suoi lineamenti. “Mi dicono che ci rivedremo in tribunale. E quando avrò finito con lei, potrà ritenersi fortunato se riuscirà a fare il venditore di enciclopedie porta a porta.” Anche Grayle si alzò, rabbiosamente, e i due uomini si fronteggiarono attraverso la scrivania. “Vada per il tribunale, allora,” disse Grayle. Notò una leggerissima espressione di sorpresa sulla faccia di Hargensen. Incrociò le dita e si buttò a capofitto in quello che sperava fosse un KO o perlomeno un KO tecnico, che salvasse il posto alla Desjardin e facesse abbassare la cresta a questo elegante figlio di puttana. “Apparentemente lei non s’è reso conto di tutte le implicazioni di questa faccenda, signor Hargensen. Lo stesso scudo che protegge sua figlia protegge anche Carrie White. E nell’istante in cui lei ci querelerà per ingiurie fisiche e verbali, noi controquereleremo sua figlia per conto di Carrie White, con le medesime accuse.” La bocca di Hargensen si spalancò e si richiuse. “Non creda di cavarsela con questo misero trucchetto da...” “Azzeccagarbugli? È questo il termine che stava cercando?” Grayle sorrise trucemente. “Penso che conosca la strada per uscire di qui, signor Hargensen. Le sanzioni contro sua figlia rimangono. Se lei ritiene di dover portare avanti la cosa, è nel suo diritto.” Hargensen attraversò la stanza con passo rigido, si fermò sulla porta come per dire qualcosa e uscì, trattenendosi a stento dalla tentazione di sbatterla.

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