Il fantasma dell’isola di casa
Aquilino
Piemme
(…)
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LA ZIA CLARETTA, purtroppo, di mestiere fa la maestra. Lei
sostiene che lo fa per hobby e, quando ne parla con mamma e papā, dā l'impressione di vergognarsi un poco, non tanto per la professione in sé,
quanto per lo stipendio che, in confronto a quello di papā, fa ridere.
Papā la considera una
fallita morta di fame, lei lo sa, papā la compassiona, lei vorrebbe ucciderlo, papā
ritiene che scrivere poesie sia una perdita di tempo, lei lo odia, apā le ha offerto un posto in una sua azien-da, lei ha rifiutato, papā le ha proposto:
- Ti faccio assumere con
cinque milioni al mese, cosė ti sistemi.
- Non č per i soldi, sai.
E' un tipo di lavoro che proprio... non č il mio lavoro, capisci? Non per
disprezzare la giungla del profitto in cui ti muovi cosė abilmente, ma io ho
altre aspirazioni nella vita.
- Come vuoi. Io
accetterei. Con i soldi potresti pubblicare le poesie. Anche l'arte ha bisogno di sovvenzioni, dato che nessuno compra i libri.
Zia Claretta freme di
rabbia repressa.
(...)
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