“Non era di molto spazio sonata nona, che la reina,
levatasi, tutte l'altre fece levare e similmente i giovani, affermando esser
nocivo il troppo dormire di giorno: e cosí se n'andarono in uno pratello nel
quale l'erba era verde e grande né vi poteva d'alcuna parte il sole; e quivi,
sentendo un soave venticello venire, si come volle la lor reina, tutti sopra la
verde erba si puosero in cerchio a sedere; a' quali ella disse cosí: - Come voi
vedete, il sole è alto e il caldo è grande, né altro s'ode che le cicale su per
gli ulivi; per che l'andare al presente in alcun luogo sarebbe senza dubbio
sciocchezza. Qui è bello e fresco stare, e hacci, come voi vedete, e tavolieri
e scacchieri, e puote ciascuno, secondo che all'animo gli è più di piacere,
diletto pigliare. Ma se in questo il mio parer si seguisse, non giucando, nel
quale l'animo dell'una delle parti convien che si turbi senza troppo piacere
dell'altra o di chi sta a vedere, ma novellando (il che può porgere, dicendo
uno, a tutta la compagnia che ascolta diletto) questa calda parte del giorno
trapasseremo. Voi non avrete compiuta ciascuno di dire una sua novelletta, che
il sole fia declinato e il caldo mancato, e potremo dove più a grado vi fia
andare prendendo diletto: e per ciò, quando questo che io dico vi piaccia, che
disposta sono in ciò di seguire il piacer vostro, facciamlo; e dove non vi
piacesse, ciascuno infino all'ora del vespro quello faccia che più gli piace.
Le donne parimente e gli uomini tutti lodarono il novellare. - Adunque - disse
la reina - se questo vi piace, per questa prima giornata voglio che libero sia
a ciascuno, di quella materia ragionare che più gli sarà a grado. E rivolta a
Panfilo, il quale alla sua destra sedea, piacevolmente gli disse che con una
delle sue novelle all'altre desse principio; laonde Panfilo, udito il
comandamento, prestamente, essendo da tutti ascoltato, cominciò cosí…” |
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