Cronaca familiare Vasco Pratolini Bur ed.
(…) La nonna
sedeva a capo tavola, le braccia sulla tovaglia; noi ai due lati. La ragazza
era appoggiata al davanzale della sua finestra e aveva smesso di cantare. Agli
altri tavoli si mangiava ancora, si parlava e si rideva, ma noi avevamo tirato
un muro alle nostre spalle, ed era come se fossimo soli davanti all’orizzonte
del mulino, con un fondo di cielo azzurro intenso e quella ragazza al
davanzale. «Che ore sono?» disse la nonna. «Le tre e cinque.» «Mi raccomando,
non fare passare le quattro.» Quindi disse: «La guerra è una cosa tremenda. Se
non ci fosse stata la guerra, ora la mamma sarebbe qui con noi. Anzi, noi
saremmo tutti nella nostra casa, e lei avrebbe fatto le frittelle». «Delle
frittelle non me ne avevi mai parlato» io dissi. «Come non te ne ho mai
parlato! Erano la sua passione. Metteva piede in cucina soltanto quando si
facevano le frittelle. Preparava tutto da sé, non voleva che io l’aiutassi.
Scioglieva la farina di castagne nell’acqua dentro una zuppiera, e poi
friggeva. Prima di servirle in tavola ne aveva mangiate la metà! Dio mi
perdoni, quante volte non l’ho rimproverata perché consumava troppo olio!»
«Quando tu la rimproveravi, lei cosa diceva?» «Non rispondeva mai, non mi ha
mai mancato di rispetto finché visse… E se l’olio non c’era, prendeva due o tre
ditali per cucire, li zeppava di farina e li metteva a cuocere sotto la cenere
che fa il fornello acceso. Questa è una cosa che si usa in campagna,
gliel’avevo insegnato quando era bambina.» Tu ed io l’ascoltavamo; riconoscevo
nel tuo sguardo attento la mia stessa passione. «Parla, nonna, parla.» «Eh, sì,
maledetta la guerra. Se non veniva la guerra non veniva nemmeno la spagnola.»
«Chi era la spagnola?» tu dicesti. «La spagnola fu l’epidemia che si abbatté
verso la fine della guerra. Nostra madre è morta di spagnola, non lo sapevi?»
Facesti una smorfia e accennasti un sorriso un po’ amaro: sembrava tu pensassi
che la nonna ed io ti burlavamo. Da quel momento il tuo volto assunse
un’espressione sospettosa. (...) |