Il tempo
di parlare
Helen
Lewis
(...) Due gravi questioni restavano aperte. Saremmo
state coraggiose e forti abbastanza per resistere fino al suo arrivo? E cosa ci
avrebbero fatto i tedeschi nel poco tempo che avevano davanti? Non restammo a
interrogarci a lungo. Il 27 gennaio 1945 il nostro campo venne evacuato e noi,
piene di speranza, ci metemmo in cammino per quello che immaginavamo come un
lungo viaggio di ritorno a casa. L'espressione «marcia della morte» fu coniata
molto piu tardi, e col senno di poi. Ci fecero marciare fuori dal campo in file
di cinque, lasciando indietro quelle che non erano in grado di camminare. Sapevamo
per esperienza quale destino le aspettava e non osavamo parlarne, e neppure
pensare a loro. Circa tre mesi dopo, all'ospedale di Lauenberg, scoprii quello
che era avvenuto nel Lager abbandonato e che credevamo definitivamente
condannato. Dopo la nostra partenza, donne malate e morenti vennero affidate a
un nuovo comandante, il Maestro. Costui si dimostrò un organizzatore
formidabile, nonché un essere umano assai sensibile, che profuse ogni sua
capacità ed energia per salvare il maggior numero possibile di persone. Laddove
prima regnavano caos e squallore indescrivibili, riuscì a creare un minimo di
ordine e condizioni di vita decenti. Distribuì il cibo e i medicinali che
ancora restavano, cercò di combattere le infezioni peggiori, e soprattutto
incoraggiò le persone a lui affidate a mantenere alto il morale e la speranza
di salvezza. Che si materializzò pochi giorni dopo nei soldati delle truppe
sovietiche, che arrivarono come liberatori, nonché vendicatori. Erano sul punto
di fare giustizia sommaria dell'uomo delle SS: ma allora accadde qualcosa che,
pur paradossalmente, fu un atto di giustizia. Le prigioniere malate insorsero
in difesa del sorvegliante SS contro i loro liberatori, persuadendoli che
dovevano la vita a quell'uomo e dunque ne erano responsabili. Erano decisissime
a impedire che gli venisse fatto del male, cosi i russi cedettero e lo lasciarono
andare, dove, nessuno lo sa. Mi è capitato spesso di pensare al Maestro,
sperando che abbia ritrovato la strada di casa per raccontare la propria storia
e riprendere a insegnare.
|