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Lunario dei Giorni di Memoria


Appendice 14

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La tana di fango

Wolfgang Koeppen

(…)

  Il fratello del professor Halpern, nostro coabitante, è vicepresidente del Consiglio Ebraico. Stanotte due miliziani ci hanno svegliato. Hanno invitato il professor Halpem a recarsi al Consiglio perché suo fratello aveva da sbrigare molto lavoro di scrittura e aveva bisogno di aiuto. Questa notizia ci sembrò un segnale d' allarme concertato e tutti ci vestimmo. Preoccupatissimi, aspettammo il ritorno del professore. Quando dopo due ore bussarono alla nostra porta,  eravamo così sconvolti per l'attesa e il timore che fuggimmo come disperati  dietro casa scendendo  giù  per la scarpata vicina. Rimanemmo a tremare nel buio. Improvvisamente la luce di una lampadina tascabile ci colpì  in viso. Era uno della milizia ebraica che ci chiese perché fossimo fuggiti e ci rimandò in casa. Aggiunse che ci saremmo messi in un grosso guaio volendo fuggire. Allora apprendemmo che l'uomo che aveva bussato era stato inviato dal professor Halpern. Recava la notizia che era cominciata  l'«azione».  Benché da settimane ci aspettassimo il peggio, questa notizia  ci colpì come un fulmine. Pieni di spavento, dalla finestra scrutammo fuori, nel buio. Vedemmo militari armati di carabina camminare su e giù per la strada. Ogni tanto si scorgeva  la luce di una lanterna  a vento e in quella luce le SS con i loro cappotti bianchi parevano fantasmi. Ma erano più spaventosi di qualsiasi fantasma di cui potessimo aver letto. Erano orchi che chiedevano il loro tributo di carne umana. Erano i messi infernali della civiltà occidentale del ventesimo secolo.

Nel  nostro edificio abitavano Jacob Oehl e i signori Kornberg, marito e moglie. Dopo mezzanotte la porta di casa fu aperta con una spinta e nel corridoio rimbombarono passi di pesanti stivali chiodati. Ciascuno rimase trepidante in camera sua. Alla fine parecchie voci maschili chiamarono:  «Jacob  Oehl!». Poi furono chiamati anche i due Kornberg. Ora sappiamo che suono avrà la voce che ci chiamerà al Giudizio finale. Pallidi e col batticuore tutti attendevamo la prossima chiamata. Ognuno si chiedeva: verrà detto anche il tuo nome, suonerà anche per te la tua ora? Ma per questa volta nella nostra casa si fermarono a quei tre nomi. Gli infelici, tutti anziani, furono portati via. Se ne andarono in silenzio, senza lamentarsi. In altre case, in occasioni simili si erano avute scene di addio strazianti, quando i membri di qualche famiglia venivano separati. Il vecchio Kazu disse a sua moglie, mentre si avviavano al treno che doveva portarli alla morte: «Su, su, mogliettina, andiamo  in  viaggio di nozze». Tutta la strada era piena di lamenti. Alle sette e mezzo di mattina tornò Halpern. Era completamente stravolto ed ebbe un accesso di pianto raccontando le terribili ore vissute in quella notte al Consiglio Ebraico. Il comando delle SS aveva richiesto la consegna di cinquecentotrenta ebrei. Il numero era stato calcolato in base agli abitanti e doveva essere rispettato esattamente. Le SS si attendevano una consegna pronta ed esatta! Se una delle vittime preventivate non si fosse presentata, sarebbe dovuto subentrare un altro ebreo. Al Consiglio, Griinfeld aveva scritto a macchina una lista. Le vittime furono prelevate dalle SS, aiutate dalla milizia ebraica. I prigionieri rimasero fino al mattino nei bagni pubblici, poi furono caricati su dei camion. Tre anziani troppo deboli  per arrampicarsi  sugli alti veicoli furono fucilati. I camion si mossero poi sotto stretta sorveglianza in direzione di Tamopol.

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