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Lunario dei Giorni di Memoria


Appendice 12

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Corri ragazzo corri

Uri Orlev

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Sentirono i due tedeschi urlare qualcosa e si resero conto che uno si stava avvicinando. «Srulik, non c’è tempo. Voglio che ascolti bene e ricordi tutto quello che ti dirò. Devi sopravvivere, è un ordine! Trova qualcuno che ti insegni come comportarti tra i goyim, a farti il segno della croce e a pregare, così che potrai restare da qualche contadino fino alla fine della guerra. Vai sempre dai poveri, sono più disponibili. E non fare mai il bagno nel fiume con altri bambini». «Questo lo so». Dal tetto della camionetta il tedesco chiese qualcosa al compagno, il quale gli rispose da un punto molto vicino a loro. «Avanti!» disse suo padre, e riprese a parlare: «Se ti inseguono con i cani entra nell’acqua o nel fango, per far perdere le tracce. E soprattutto, Srulik» continuò affannosamente, «scordati il tuo nome, cancellalo dalla memoria». «Ho un nome nuovo: Jurek» sussurrò Srulik. «Bravo. Da questo momento ti chiami Jurek Staniak. Ti ricordi la signora Staniak del negozio di Błonie?» «Sì, papà». «Come ti chiami?» «Jurek Staniak». «Ma se anche ti dimentichi tutto, perfino me e la mamma, non ti dimenticare mai che sei ebreo». «Va bene, papà». Il padre si fermò un attimo per vedere se aveva dimenticato qualcosa e aggiunse: «Nasconditi sempre nella foresta perché i tedeschi hanno paura di entrarci, per via dei partigiani». Tacque ascoltando il fruscio di passi che si avvicinavano. Attirò il viso di Srulik vicino al suo, glielo prese tra le mani e lo baciò, gemendo come un animale ferito. «Srulik, adesso io mi alzo e attiro i tedeschi dietro di me. Tu conta lentamente fino a dieci, mi raccomando: lentamente! Poi alzati e corri nella foresta!» «Sì, papà». Si alzò in piedi e iniziò a correre. Solo allora Srulik si accorse di quanto fosse cambiato: l’uomo forte che poteva sollevare da solo un sacco di farina, era diventato piccolo e raggrinzito, un uomo distrutto. I due tedeschi urlarono. Tutto il suo corpo gli ordinava di scappare, ma le parole del padre erano scolpite nella sua mente, perciò resistette e iniziò a contare lentamente, come quando si gioca a nascondino. Al dieci scattò. Mentre correva a perdifiato verso la foresta, vide con la coda dell’occhio i due tedeschi inseguire suo padre in direzione del villaggio. Risuonarono dietro di lui due spari, poi un altro ancora, ma Srulik non si girò e scomparve nella foresta.

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