Corri
ragazzo corri Uri
Orlev (...)
Sentirono i due tedeschi
urlare qualcosa e si resero conto che uno si stava avvicinando. «Srulik, non
c’è tempo. Voglio che ascolti bene e ricordi tutto quello che ti dirò. Devi
sopravvivere, è un ordine! Trova qualcuno che ti insegni come comportarti tra i
goyim, a farti il segno della croce e a pregare, così che potrai restare da
qualche contadino fino alla fine della guerra. Vai sempre dai poveri, sono più
disponibili. E non fare mai il bagno nel fiume con altri bambini». «Questo lo
so». Dal tetto della camionetta il tedesco chiese qualcosa al compagno, il
quale gli rispose da un punto molto vicino a loro. «Avanti!» disse suo padre, e
riprese a parlare: «Se ti inseguono con i cani entra nell’acqua o nel fango,
per far perdere le tracce. E soprattutto, Srulik» continuò affannosamente,
«scordati il tuo nome, cancellalo dalla memoria». «Ho un nome nuovo: Jurek»
sussurrò Srulik. «Bravo. Da questo momento ti chiami Jurek Staniak. Ti ricordi
la signora Staniak del negozio di Błonie?» «Sì, papà». «Come ti chiami?» «Jurek
Staniak». «Ma se anche ti dimentichi tutto, perfino me e la mamma, non ti
dimenticare mai che sei ebreo». «Va bene, papà». Il padre si fermò un attimo
per vedere se aveva dimenticato qualcosa e aggiunse: «Nasconditi sempre nella
foresta perché i tedeschi hanno paura di entrarci, per via dei partigiani».
Tacque ascoltando il fruscio di passi che si avvicinavano. Attirò il viso di
Srulik vicino al suo, glielo prese tra le mani e lo baciò, gemendo come un
animale ferito. «Srulik, adesso io mi alzo e attiro i tedeschi dietro di me. Tu
conta lentamente fino a dieci, mi raccomando: lentamente! Poi alzati e corri
nella foresta!» «Sì, papà». Si alzò in piedi e iniziò a correre. Solo allora
Srulik si accorse di quanto fosse cambiato: l’uomo forte che poteva sollevare
da solo un sacco di farina, era diventato piccolo e raggrinzito, un uomo
distrutto. I due tedeschi urlarono. Tutto il suo corpo gli ordinava di
scappare, ma le parole del padre erano scolpite nella sua mente, perciò
resistette e iniziò a contare lentamente, come quando si gioca a nascondino. Al
dieci scattò. Mentre correva a perdifiato verso la foresta, vide con la coda
dell’occhio i due tedeschi inseguire suo padre in direzione del villaggio.
Risuonarono dietro di lui due spari, poi un altro ancora, ma Srulik non si girò
e scomparve nella foresta.
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