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Lunario dei Giorni di Memoria


Quarantasettesima settimana

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Quando Hitler rubò il coniglio rosa

Judith Kerr

(...)

 Un odore di pollo arrosto proveniva dalla cucina. I rientri da scuola avevano anche del buono! Mentre Anna passava davanti al bagno, sentì della confusione all'interno. Aprì la porta e si ritrovò davanti suo fratello Max, il volto cremisi sotto i capelli biondi e le mani dietro la schiena, nascondendo in tutta evidenza qualcosa. "Cosa sta succedendo?", chiese, prima ancora di vedere Gunther, il compagno di Max, che era anche lui molto imbarazzato.

"Ah, sei tu!" ha detto Max.

Gunther, sollevato, rise. "Pensavamo fosse un adulto”.

“Cosa state nascondendo?”

 “Un distintivo. C'è stata una grande lotta a scuola stamattina, nazisti contro socialisti.”

“Che sarebbero?”

 “I nazisti e i socialisti? Alla tua età, dovresti saperlo!", ha detto Max, dall’altezza dei suoi 12 anni. “I nazisti sono le persone che voteranno per Hitler alle elezioni. Noi socialisti voteremo contro!”

“Siete entrambi troppo giovani, non potete votare.”

"I nostri genitori, se preferisci", disse Max di buon umore. Che poi era la stessa cosa. "Oggi le hanno prese", ha detto Gunther. “Li avresti dovuti vedere scappare, i nazisti... Max ed io ne abbiamo bloccato uno e gli abbiamo portato via il suo distintivo. Ma non so cosa dirà mia madre, per i miei pantaloni.

 Abbassò gli occhi miseramente su uno strappo nel tessuto già consumato. Il padre di Gunther era disoccupato e non dovevano esserci molti soldi a casa loro per sostituire i pantaloni strappati.

“Non ti preoccupare” disse Anna. “Hampi lo aggiusterà. Ma mostratemi questo distintivo.”

Era una piastra di smalto con impressa una croce uncinata.

“È una svastica” spiegò Gunther. “Tutti i nazisti ne portano una”.

“Cosa ne farai?” Max e Gunther si consultarono con lo sguardo.

“La vuoi?” chiese Max.

Gunther scosse la testa. “No, mia madre mi ha vietato di immischiarmi in queste storie di nazisti. Ha paura che finisca male e mi ritrovi con la testa spaccata in due parti, come dice lei”.

“È  vero che non agiscono in modo leale” confermò Max. “Si servono di bastoni pietre e cose così”.

Osservò l'insegna con una smorfia di disgusto. “Non la voglio neanche io”.

“Allora buttala nel gabinetto” disse Gunther.

E così fecero.

La prima volta che azionarono lo sciacquone il distintivo non venne trascinato. Ma il secondo tentativo fu definitivo e il distintivo scomparve. (…)

*traduzione dal volume pubblicato in Francia.



















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