Una
valle piena di stelle Lia
Levi (…) Il sangue si era
rappreso in un unico blocco di ghiaccio. Brunisa non aveva mai pensato che
succedesse così. Credeva che la paura fosse qualcosa che riguardava sensazioni
e sentimenti, non che aggredisse così brutalmente il corpo. Anche Adriana
doveva essere di ghiaccio, perché le labbra erano color cenere in un viso tutto
bianco. La mamma non aveva alzato le mani, aveva portato le braccia al ventre
come se dovesse proteggere un immaginario bambino, e rimaneva ferma in quella
posizione irreale. Il milite era a non più di sei passi e puntava su di loro
una grossa pistola. Il cane-lupo, tenuto saldamente al guinzaglio, sembrava
nervoso e pronto al balzo. Dopo un lungo momento Valerio ritrovò un minimo di
energia e mosse qualche passo verso il milite. - Lasciate che gli parli... -
aveva sibilato prima di avviarsi. Ma
appena Valerio gli fu vicino il milite, che sul colletto aveva due piccoli
fasci, lo afferrò per il collo della camicia e cominciò a scuoterlo violentemente.
- Tu! Tu!!... Questo non me lo dovevi fare! Questo non me lo dovevi fare!! -
urlava, scrollandolo e agitandogli la pistola sopra la testa. Che significava
quella frase? Come si conoscevano, quei due? Erano tutti in preda al terrore,
perché alla paura si era aggiunto un terribile senso d'impotenza, quel non
capire che li faceva affondare nel gorgo di sabbie sempre più mobili. Valerio,
però, era riuscito a svincolarsi e discuteva animatamente. Ma ora che il milite
non urlava più, non si capiva assolutamente che cosa si stessero bisbigliando. Poi
Valerio tornò verso di loro con il viso stravolto: - Lo sto convincendo a lasciarci
andare in cambio di soldi - disse concitato, e poi rivolto a Philip: - Quanto gli può dare? Philip, atterrito, calcolò rapidamente quello
che gli era rimasto dopo avere consegnato a Edgardo le cinquantamila lire
pattuite. Sapeva che a suo tempo Edgardo le aveva fatte arrivare a Milano. Ora
gliene erano rimaste altrettante. - Non lo so con precisione... - balbettò
Philip - venti o trentamila lire... Era moltissimo per loro,
certo, ma non era tutto. Philip sperava di poter salvare qualcosa per
affrontare, almeno in un primo momento, la nuova vita che li attendeva. Valerio
si avviò di nuovo verso il milite, che continuava a stringere la pistola, ma
ora non più puntata sul gruppetto. E ancora lo videro discutere animatamente e
poi rabbiosamente, prossimi un'altra volta al litigio. Valerio tornò da loro
sconvolto e sudato: - L'ho a malapena convinto, ma vuole cinquantamila lire e
non un soldo di meno. - Ma è tutto quello che
ho! - e Philip si guardò attorno smarrito come se d'un colpo gli fosse stata
sottratta ogni possibilità di futuro. - Daglieli! Daglieli!!- cominciò a
gridare Adriana. E Philip tirò fuori l'involucro che teneva nascosto nella
fodera della giacca. -I risparmi di
tutta la vita... - non poté fare a meno di mormorare, quasi
tra sé, mentre allungava la busta a Valerio. Valerio gliela strappò
con impazienza dalle mani e corse verso il milite, che contò i soldi e poi
senza salutare nessuno, come se loro non fossero mai esistiti, chiamò con un
fischio il cane accucciato ai suoi piedi e si allontanò con passo reso pesante
dagli scarponi. Il cane aveva già cominciato a saltel1are davanti a lui e dopo
un po' lo si sentii abbaiare agli uccelli, già lontano. Come per un tacito
accordo si sedettero tutti e cinque per terra, troppo sfiniti per muoversi o
fosse anche per parlare. Brunisa si voltò verso Carlo, che non aveva mosso
neanche un muscolo durante tutta la scena. Ora Carlo stava scrutando Valerio
con occhi che sembravano allo stesso tempo di fuoco e di ghiaccio, occhi
inquisitori, che non lasciavano scampo. A Brunisa vennero i brividi e pensò che
mai nella vita avrebbe potuto reggere uno sguardo così. Infine Philip parlò. -
E ora chissà come faremo, senza piu una lira - ma era troppo stanco e svuotato
per recriminare davvero, sembrava che si limitasse a constatare un fatto. -
Abbiamo consumato in una settimana il lavoro di vent'anni giusti - e scuoteva la testa. - Non è il momento di
pensarci - Valerio si era ripreso - attraversiamo il maledetto confine prima
che passi la pattuglia... sbrigatevi... Si alzarono svelti e Valerio
li guidò al punto preciso. Tutta la rete metallica del confine era sorretta da
una serie di paletti, ma ce n'era uno che, sebbene sembrasse solidamente
piantato come gli altri, era stato divelto e poi semplicemente riappoggiato
nella buca. Valerio lo tirò su con facilità. - Strisciate sotto, forza -
ordinò, mentre teneva la rete appena sollevata da terra. (…)
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